Ultim'ora
CICLISMO: FROOME INVESTITO DA AUTO, GRAVE IN OSPEDALE
Ultim'ora
CICLISMO: FROOME INVESTITO DA AUTO, GRAVE IN OSPEDALE

L'utile Lego in accelerazione i mattoncini più forti dei dazi

Profitti a 870 milioni, in aumento del 10%

L'utile Lego in accelerazione i mattoncini più forti dei dazi
00:00 00:00

Non è un caso se anche il campione di tennis Jannik Sinner (foto) gioca con i Lego per scacciare i pensieri. In una recente intervista, infatti, ha raccontato di avere comprato il modellino di una Porsche e di essersela costruita in cinque ore. I famosi mattoncini colorati danesi, del resto, sono amati da grandi e bambini, nonostante il boom dei videogiochi (settore comunque ben presidiato da Lego), di Netflix e degli smartphone.

Ebbene, nei primi sei mesi dell'anno, Lego ha registrato un utile netto di 6,5 miliardi di corone danesi (circa 870 milioni di euro), in crescita del 10% annuo così come l'utile operativo (1,2 miliardi). I ricavi sono aumentati del 12% a 34,6 miliardi di corone (4,64 miliardi di euro), mettendo a segno il sesto rialzo consecutivo trascinata da una crescita delle vendite ai consumatori del 13 per cento. Un successo che si lega anche all'abilità del gruppo di intercettare fenomeni e passioni globali: la nuova partnership con la Formula 1, per esempio, sta già ottenendo ottimi risultati, affiancata ai prodotti delle serie animate Bluey e One Piece e, dal prossimo anno, al lancio di Lego Pokémon, destinato a infiammare il mercato. Quest'ultimo prodotto dovrebbe uscire proprio per un target adulto .

Oltre a essere un passatempo senza età, i Lego sono diventati oggetto da collezione grazie a nuovi set, collaborazioni e linee che parlano linguaggi diversi. Grazie a prodotti come Lego City, Lego Technic, Lego Botanicals e Lego Star Wars, riesce a intercettare pubblici e quote di mercato differenti.

Lego non ha lamentato l'impatto dei dazi doganali statunitensi, pari a un minimo del 10% dal primo aprile sui prodotti importati. Tra l'altro il gruppo ha già messo in cantiere uno stabilimento in Virginia per il 2027 proprio per prevenire le ire di Donald Trump, oltre ad aver aperto una nuova sede centrale a Boston, sempre negli Stati Uniti.

"Non sono necessariamente la volatilità o i dazi doganali a fare la differenza tra gli attori del mercato", assicura il ceo Niels B. Christiansen. "Da parte nostra, abbiamo osservato una crescita molto ampia in tutti i segmenti".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica