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Mediaset conquista il 62% di Prosieben e sfonda in Germania

Il gruppo ceco PPF ha ceduto il suo 15,6% L'esborso totale del Biscione: 470 milioni

Mediaset conquista il 62% di Prosieben e sfonda in Germania
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Mediaset vince la battaglia di Germania: da ieri il gruppo MFE, holding del Biscione, ha superato la maggioranza assoluta del capitale dell'emittente bavarese ProsiebenSat1, raggiungendo ufficilamente il 59%, ma secondo stime di mercato probabilmente è già tra il 62 e il 63%. La sfida lanciata da Pier Silvio Berlusconi, ceo di MFE, nel marzo scorso, è dunque vinta. Strada industriale spianata verso il cambio del Consiglio di sorveglianza e l'integrazione del mercato tedesco (oltre a quelli austriaco e svizzero) nella media company europea che già opera in Italia e Spagna. Tutte le autorizzazioni antitrust sono state ottenute. Il costo per cassa dell'operazione è al momento pari a 335-340 milioni. La prima fase dell'Ops - MFE offre 4,47 euro più 1,3 titoli MFE A per ogni azione Prosieben per un valore intorno agli 8 euro - si era chiusa il 13 agosto con adesioni pari al 43,57%. Il periodo di offerta si è però riaperto e chiuderà lunedì 1 settembre. Così nella serata di ieri il gruppo finanziario ceco PPF ha comunicato di aver conferito all'Ops anche la sua quota di azioni, pari al 15,68% del capitale, che ne faceva il secondo azionista. E non un azionista qualunque, visto che nel maggio scorso PPF aveva lanciato a sua volta un'Opa su Prosieben, offrendo 7 euro per azione, ma limitata al raggiungimento del 30%. Operazione che, alla luce dell'esito di ieri, appare per quello che era: un calcolo per comprare a 7 euro ma poi vendere puntando sul rilancio di MFE. Arrivato il 28 luglio scorso, quando il Biscione ha portato da 0,4 a 1,3 titoli di MFE A la componente cartacea della sua offerta. Per PPF, che aveva nel frattempo raccolto poche adesioni (ha toccato il 18,39%) è dunque arrivato il momento di liquidare la sua posizione e diventare azionista di MFE (avrà fino al 3% dei diritti di voto e fino all'8% del capitale): se per restarci o meno, si vedrà. "La scarsa adesione all'offerta PPF- si legge in una nota diffusa ieri dal gruppo - rende impossibile proseguire nel proprio ruolo originario di investitore strategico, impegnato con MFE su un piano di parità e in grado di contribuire con la propria esperienza nello sviluppo di piattaforme di media digitali e broadcasting".

Con questa adesione e ipotizzando che anche le azioni consegnate a PPF arrivino ora a MFE, il gruppo italiano sarebbe già tra il 62 e il 63%. E per lunedì 1 settembre, quando l'Ops si chiuderà, le stime oscillano tra il 70 e il 75% di capitale che alla fine farà capo a Cologno. Con un esborso finanziario stimato fino a 470 milioni. Un impegno ampiamente messo in cantiere dal cfo Marco Giordani fin da quando, era il Natale scorso, Pier Silvio Berlusconi si era assicurato una linea di credito da 3,4 miliardi con un pool di banche internazionali guidate da Unicredit e Intesa Sanpaolo. Una cifra che comprende anche l'eventualità di dover rinegoziare il debito lordo di Prosieben da 2,1 miliardi, come prevede la legge in caso di cambio di controllo.

Con il consolidamento di Prosieben, MFE raddoppierà i propri ricavi, da 2,95 a 6,87 miliardi, scalando il primo posto nella classifica dei broadcaster europei, applicando alla Germania il modello federale che prevede le sinergie di costo e tecnologiche, senza

però modificare la tutela delle identità nazionali. In proposito Pier Silvio è atteso a Berlino la prossima settimana, invitato dal ministro della Cultura del governo Merz, per spiegare i suoi futuri programmi del gruppo.

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