Economia

Mes, Gualtieri si difende: "L'Italia non ha firmato niente"

Dopo la debacle dell'Italia all'Eurogruppo Roberto Gualtieri è finito sul banco degli imputati. Il ministro si difende: "Accuse grottesche"

Mes, Gualtieri si difende: "L'Italia non ha firmato niente"

L'esito dell'ultimo Eurogruppo ha messo in subbuglio il governo giallorosso. La linea che avrebbe dovuto portare avanti Roberto Gualtieri è evaporata come neve al sole al termine di una riunione fiume che ha decretato l'opposto di quanto auspicava Giuseppe Conte. Il premier italiano sperava negli Eurobond ma Olanda e Germania sono riuscite a fare muro, e a dire il vero lo hanno fatto senza neanche troppa fatica. Morale della favola: niente Eurobond e sì al Mes con condizionalità light.

Sul banco degli imputati è subito finito proprio Gualtieri, che dal canto suo ha provato a difendersi fornendo chiarimenti e rassicurazioni. "Un ottimo primo tempo – è la metafora usata dal ministro a UnoMattina - ora dobbiamo vincere la partita in Consiglio europeo". Certo è che tra le fila del Movimento 5 Stelle si è creata una certa agitazione, e difficilmente queste parole serviranno a tranquillizzare gli animi di una buona fetta della maggioranza.

Riguardo al famigerato Fondo salva-Stati, ha dichiarato il ministro, "l'Italia non ha firmato nulla, ha semplicemente consentito che tra le 4 proposte sul tavolo per il Consiglio europeo oltre al Mes con forti condizionalità ci sia anche il Mes senza condizionalità". Scendendo nel dettaglio, ha aggiunto Gualtieri, per il Meccanismo europeo di stabilità "si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione". Calcolatrice alla mano, per l'Italia si tratta di 35 miliardi di euro fino alla fine dell'emergenza.

In ogni caso Gualtieri ha ribadito la linea dell'Italia: "Noi consideriamo il Mes non adeguato ad affrontare questa crisi, è bene che per i paesi che lo vogliono ci sia questa linea senza condizionalità, ma per affrontare questa crisi serve altro per questo il centro della battaglia per l'Italia è la costituzione di questo grande fondo per la ripresa che deve avere dimensioni molto consistenti".

La difesa di Gualtieri: "Non abbiamo firmato niente"

A sentire le sue parole sembrerebbe quasi che l'Italia abbia ottenuto un successone. "Con questo rapporto che l'Eurogruppo ha approvato - ha proseguito il ministro- si è passati da un testo originario che noi avevamo respinto e che conteneva un'unica proposta, grazie alla battaglia che il presidente Conte ha promosso con altri otto Stati europei a un testo che prevede quattro strumenti". Un documento "che per la prima volta mette sul tavolo un fondo per la ripresa finanziato con l'emissione di titoli comuni, che è esattamente la proposta dell'Italia".

E qui spunta il nuovo recovery plan, per il quale "occorre il via libero del Consiglio europeo". Gualtieri ha quindi specificato che "l'Italia, insieme a un folto gruppo di alleati, chiede che questo strumento sia messo in campo rapidamente e che abbia una dimensione grande attraverso l'emissione di eurobond, di titoli comuni. Ci sono Paesi che si oppongono alla proposta, però siamo riusciti a metterla sul tavolo". Insomma, un mezzo trionfo o quasi. "Credo che la posizione dell'Italia alla fine prevarrà, come già sta accadendo" con i fondi Bei e Sure. "Siamo vicini a convincere anche i paesi più riluttanti ad accettare", ha poi evidenziato Gualtieri con un inspiegabile slancio di ottimismo.

Il ministro ha poi respinto le critiche ricevute dall'opposizione: "Sono accuse abbastanza grottesche, forse Salvini e Meloni ignorano che il Mes già esiste e presenta oggi, per chi volesse accedere, degli strumenti che prevedono condizionalità. L'eurogruppo ha proposto che il Mes possa offrire oltre agli strumenti che già offre anche uno incondizionato con il quale i paesi che lo vorranno, non l'Italia, potranno prendere dei soldi senza condizioni.

L'Italia non ha firmato nulla, non ha fatto richiesta di aderire a nessun prestito Mes ma ha semplicemente consentito che tra le proposte ci sia anche quella di aggiungere anche uno strumento senza condizionalità".

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