Per la Nissan del dopo Carlos Ghosn è proprio una nuova era. Hiroto Saikawa, il successore dell'ex potentissimo numero uno finito in disgrazia tra arresti, carcere e cause, fatica a raddrizzare il timone e a riportare il gruppo fuori dalla burrasca. Nissan, alle prese con una profonda ristrutturazione a livello operativo e in discussione con il socio Renault sugli assetti dell'Alleanza, vive un momento difficile. A farne le spese sono 12.500 dipendenti, circa la metà dei quali ha già ricevuto il benservito. Il piano di riduzione dei costi sarà completato entro il 2023. Male anche i conti, visto il crollo del 95% degli utili nel primo trimestre dell'anno fiscale. Colpa di un forte calo delle vendite, soprattutto negli Usa e in Europa. Nei 28 Paesi Ue e in quelli dell'area Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) le immatricolazioni della Casa giapponese sono calate del 24,2%. Nell'anno fiscale 2018, le consegne globali sono diminuite del 4,4% a 5,52 milioni di veicoli: Nissan ha perso in Europa (-17,8%) e negli Usa (-9,3%).
Le cause di questi risultati negativi sono da ricercare anche nelle elevate immobilizzazioni, nelle tasse alte, nei sempre maggiori investimenti in ambiente e guida autonoma, come nella ricerca e nello sviluppo. Saikawa ha dato il via a un piano di efficienze (sarà ridotta anche la capacità produttiva) con l'obiettivo di rilanciare il business soprattutto negli Stati Uniti.
Di
positivo, per i giapponesi, c'è l'accordo, insieme a Renault, con l'americana Waymo per la guida autonoma, e il vicino lancio del nuovo Juke, che sfrutterà la piattaforma dell'Alleanza, Suv compatto dalle importanti potenzialità.
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