
Il presidente di Gemina, Fabrizio Palenzona, giudica «utile, anche se non necessaria» una nuova assemblea della società sulla fusione con Atlantia a seguito della causa per danni ambientali nei confronti di quest'ultima avviata dal ministero dell'Ambiente.
«Stiamo aspettando ad horas il lavoro dei tecnici», afferma Palenzona, entrando all'assemblea delle Camere di commercio; si riferisce all'analisi di un panel di esperti che stanno valutando le eventuali conseguenze del processo.
La richiesta di risarcimento da 800 milioni per ipotizzati danni ambientali presentata dal ministero dell'Ambiente nei confronti di Autostrade, è stata a suo tempo giudicata «infondata» dalla controllante Atlantia: «In considerazione del rischio remoto - si legge in una nota del 10 maggio - non si è ritenuto di dover eseguire alcun accantonamento in bilancio».
Ma il tribunale potrebbe pensarla diversamente: ecco perché, dopo le valutazioni su questa richiesta risarcitoria, gli azionisti potrebbero essere chiamati a votare nuovamente - «prima della pausa estiva», ipotizza Palenzona - sul progetto di fusione, basato su un concambio di una azione Atlantia ogni 9 di Gemina, termini che potrebbero cambiare alla luce del possibile esborso da parte del concessionario autostradale.
La questione riguarda un procedimento penale pendente avanti il Tribunale di Firenze, avviato nel 2007 - per fatti risalenti al 2005 - a carico di due dirigenti di Autostrade per l'Italia e di altre 185 persone appartenenti a società di costruzione, per presunte violazioni della normativa ambientale per i lavori della Variante di Valico.
Il ministero dell'Ambiente ha notificato ad Autostrade per l'Italia il 10 aprile 2013 di essersi costituito parte civile, con una richiesta di risarcimento danni «per equivalente patrimoniale» per circa 800 milioni di euro, in solido con tutti gli imputati.