Le liturgie di viale dell'Astronomia hanno tempi lunghi ma le grandi manovre per scegliere il successore di Giorgio Squinzi al vertice di Confindustria sono già partite. Lo dimostrano le indiscrezioni rilanciate ieri dall'agenzia Ansa sulla rosa dei saggi che determineranno le candidature finali: nel paniere da cui verranno sorteggiati i tre nomi ci sono anche l'imprenditore romano nonché editore del Messaggero, Francesco Gaetano Caltagirone, la manager di Mediaset, Gina Nieri, e l'ex presidente di Federacciai Giuseppe Pasini. Con la riforma del sistema confindustriale, non sarà più la giunta a votarli ma i nomi verranno estratti a sorte dal Consiglio di presidenza, convocato il 28 gennaio, fra 6-9 personalità di spicco del sistema associativo indicati dal Consiglio d'indirizzo etico e dai past president.
La Commissione di designazione «rimarrà in carica per otto settimane dalla data del suo insediamento», prevede il nuovo statuto. Nelle prime due, con una comunicazione agli associati, i tre saggi solleciteranno l'invio di «eventuali autocandidature» e poi «comunicheranno agli interessati la conclusione degli accertamenti preliminari». Entro la prima metà di febbraio, dunque, dovrebbe alzarsi il sipario sui nomi di quegli imprenditori che si autocandideranno. I saggi avranno poi quattro settimane per raccogliere valutazioni e preferenze. Solo chi risulterà avere almeno il 20% del consenso potrà poi ufficializzare la sua candidatura. Quindi, il 17 marzo un consiglio generale straordinario designerà il nuovo leader che presenterà programma e squadra il 28 aprile, e sarà poi l'assemblea di fine maggio a eleggere il nuovo presidente. Nel frattempo, sono già girati molti nomi: dal romano Aurelio Regina, già presidente degli industriali di Roma e Lazio e per due anni (fino al dissidio consumatosi a metà mandato) vice di Squinzi, a Vincenzo Boccia, già presidente nazionale della Piccola Industria, fino al bolognese Alberto Vacchi. Ma, al netto del toto-candidato, è importante capire come verranno strette le alleanze strategiche.
Ovvero chi sono i poli di potere che daranno le «carte» per la partita finale.
Fra questi c'è il «partito» dei romani capitanati da Regina, gran tessitore di relazioni e sponsorizzato da Luigi Abete, poi ci sono i soci vicini alla ex presidente, Emma Marcegaglia, che ora può tessere la sua rete diplomatica anche con il cappello di numero uno dell'Eni senza dimenticare il Nordest, che però sembra puntare più alla vicepresidenza, mentre la Lombardia è ancora alla ricerca del candidato ideale dopo la marcia indietro di Gianfelice Rocca. Tra i past president muovono voti anche Giorgio Fossa, Antonio d'Amato e, più defilato, Luca Cordero di Montezemolo. Ricordando anche che anche Palazzo Chigi segue con attenzione la partita a bordo tavolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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