Economia

La pensione dopo il Coronavirus: ecco che cosa ci aspetta

Le strade per la pensione entrano nell'agenda delle aziende durante l'emergenza Coronavirus. Da quota 100 all'isopensione: tutte le porte d'uscita

La pensione dopo il Coronavirus: ecco che cosa ci aspetta

Il coronavirus ha sorpreso (in peggio) le nostre vite. Ci ha fatto ammalare, assaggiare la paura. In molti affermano che le nostre vite siano cambiate per sempre. La crisi economica morde. Molti imprenditori sono stati costretti a chiudere la loro attività. Molti si ritrovano in casa senza cassa integrazione. Ma che succede a quei lavoratori che dopo una vita accarezzano l’ultimo quarto di miglio? Soprattutto dopo questa pandemia che ha ribaltato il mercato del lavoro? Anche per loro qualcosa cambierà. Ecco come. Le chiamano isopensione, fondi bilaterali, contratto di espansione. Sono le possibilità di uscita anticipata dal lavoro. Nuovi modi di andare in pensione. Si tratta di uno scivolo finanziato direttamente dall’azienda a cui hanno donato anni della loro esistenza. Sono tre strade che potrebbero essere intraprese dalle aziende per gestire la crisi da coronavirus nella fase 2. Andiamo con ordine.

L’isopensione è stata introdotta dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel 2012. È una forma di accompagnamento alla pensione, pagata dalle aziende con più di 15 dipendenti. Con questa formula il lavoratore smette di lavorare e riceve un importo pari a quanto maturato al momento dell’esodo. Beneficia del versamento dei contributi pieni (che pagherà l’impresa per intero) fino a che non matura il vero assegno pensionistico. È possibile presentare la domanda in via telematica e non più cartacea da parte dei dipendenti. Sul sito dell’Inps si potrà ottenere tutto ciò che è necessario per sbrigare la pratica, come ricorda il Sole 24 Ore.

Per quanto riguarda i fondi bilaterali, i lavoratori riceveranno una doppia dote da parte dell’azienda: la quota di pensione accantonata al momento dell’uscita dall'azienda. E l’accredito della contribuzione che aumenterà l’assegno finale. I fondi di solidarietà bilaterali provvedono, attraverso il versamento di quanto dovuto da parte dei datori di lavoro, al versamento della contribuzione correlata utile per il conseguimento del diritto alla pensione anticipata. Esiste un periodo di scivolo che, una volta maturati i requisiti pensionistici certificati dall’Inps, si interromperà. Toccherà a quel punto al dipendente richiedere la pensione vera e propria che sarà sicuramente di importo maggiore dell’isopensione. Durante lo scivolo il dipendente potrà dedicarsi liberamente ad altri lavori.

Esaminiamo ora il contratto di espansione. È uno strumento volto a favorire il ricambio generazionale (il cosiddetto "turnover"). La novità si riferisce esclusivamente a chi ha un organico superiore a mille dipendenti. Prevede da un lato l’impegno da parte dell’azienda all’assunzione di lavoratori a tempo indeterminato, anche in apprendistato, dall’altro una riduzione oraria molto simile alla cassa integrazione (Cigs) per massimo 18 mesi. Il che comporta una riduzione dell’orario di lavoro previsto fino al 30%, al fine di favorire nuove assunzioni.

È prevista la possibilità di "esodo anticipato" per i lavoratori che si trovano a non più di 5 anni di distanza dall’età pensionistica. A differenza dell’isopensione i lavoratori possono beneficiare, durante il prepensionamento, dell’indennità di disoccupazione. Infine, almeno fino al 2021, dovrebbe restare sul campo Quota 100 che permette il pensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi. Queste sono le nuove ricette per la pensione. Ricette che riguarderanno molto da vicino le imprese in crisi economica da Covid-19.

E anche ai lavoratori ormai stremati da anni di trincea.

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