Economia

Pensioni, per superare la Fornero arriva "Opzione uomo"

Importanti novità sul tavolo della riforma del sistema pensionistico dal 2023: l'opzione allo studio comporterebbe il ritiro dal mondo del lavoro a 58-59 anni dopo aver maturato 35 anni di contributi

Pensioni, per superare la Fornero arriva "Opzione uomo"

La strada sta per essere tracciata: il nuovo governo sta mettendo subito mano a uno dei temi caldi che ci portiamo dietro da mesi, ovvero quello della riforma delle pensioni. Come abbiamo visto sul Giornale.it, il 31 dicembre scadrà Quota 102 e quasi certamente non sarà prorogata. La novità allo studio di Giorgia Meloni si chiama Opzione Uomo, e prevede il ritiro dal mondo del lavoro a 58-59 anni dopo aver maturato 35 anni di contributi, con lo stesso metodo contributivo di Opzione Donna.

Ecco come funziona

In questo modo, la futura premier non solo manterebbe la promessa fatta in campagna elettorale sulla flessibilità di lasciare il lavoro ma non dovrà stravolgere i conti statali. È chiaro che un pensionamento anticipato comporterebbe un taglio dell'assegno pari a un terzo del valore reale. Lo spettro che torni la Legge Fornero (pensione a 67 anni con almeno 20 di contributi) oppure una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi senza che l’età diventi un requisito (un anno in meno per le donne) è forte e si vuole evitare. Anche Opzione Donna e l'Ape sociale scadranno a fine anno, ma l'intenzione del centrodestra, unito, è quello di prorogarle definitivamente e senza scadenze.

Dove trovare i fondi

Il cavallo di battaglia della Lega, invece, è stato da sempre Quota 41 ma richiederebbe importanti risorse economiche secondo le stime dell'Inps che ha parlato di sei miliardi per tre anni, mentre il partito di Salvini ha stimato in 4 miliardi di euro la spesa per il primo anno e cinque miliardi per quelli successivi. Visto il momento attuale e la prossima Legge di Bilancio, quindi, non è una strada percorribile. La Meloni ha pronto anche un piano B: come ricorda Repubblica potrebbe essere "congelata" per sempre l'età pensionistica di vecchiaia (67 anni) senza che debba variare in base all'aspettativa di vita che nel nostro Paese tornerà a salire soltanto dal 2027.

La priorità: eliminare la legge Fornero

La manovra per la riforma, comunque, si trova su un terreno minato: altri soldi saranno spesi da gennaio 2023 per la rivalutazione causata dall'inflazione record di questo periodo. In questo modo sono aumentate le spese pensionistiche che tra due anni saranno il 17,6% del Pil (pari a circa 350 miliardi). In ogni caso, prima di ogni decisione definitiva ci sarà l'incontro con i sindacati che non vogliono più nessuna Fornero. Bocciata da Tridico, il presidente dell'Inps, anche Quota 41, secondo il quale "non è una soluzione alla flessibilità" e "non può essere una soluzione ai problemi di sostenibilità sociale e di rigidità del sistema".

Viceversa, l'idea della flessibilità di cui parla la Meloni "rispecchia la gravosità di alcune categorie di lavoratori, e quindi un'uscita differenziata ha flessibilità comunque contributiva può essere una soluzione adeguata".

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