Piazza Affari boccia sonoramente i conti del primo trimestre 2024 di Stellantis: il titolo crolla del 10,1% arretrando così al valore di 20,88 euro. Tra gennaio e marzo giù del 12% i ricavi netti (41,7 miliardi) e in flessione del 10% le consegne consolidate di veicoli a 1,335 milioni.
Crescono le vendite globali di automezzi elettrici (+8%) e a basse emissioni (+13%) con il gruppo concentrato sui lanci delle novità a batteria dei prossimi mesi. La delusione del mercato, comunque, deriva dalle aspettative diverse.
Dato per certo un calo dei ricavi, il consensus degli analisti aveva messo in conto una perdita intorno al 3%, mentre i calcoli di Banca Akros hanno centrato la stima: -12 per cento.
Ieri, a commentare i dati con il mercato, non c'era l'ad Carlos Tavares, il quale si riserva di intervenire solo in occasione delle semestrali, bensì la cfo Natalie Knight, che più di un anno fa ha ricevuto le consegne da Richard Palmer, per anni al fianco dello scomparso Sergio Marchionne nella ex Fiat Chrysler Automobiles.
«In Europa - spiega la manager americana - il mercato è stato più difficile, ma abbiamo fiducia nel fatto che saremo in grado di navigare in acque turbolente procedendo sulla via dell'elettrificazione. I ricavi sono calati anche a causa del ribasso delle consegne e del mix sfavorevole. Siamo impegnati per rendere più efficiente la struttura dei costi: serve disciplina, l'efficienza dei costi per noi è una priorità. Continueremo a ottimizzare anche i costi del lavoro», il suo avvertimento. Agli analisti, la cfo ha detto di guardare con fiducia al lancio di 25 modelli con 18 versioni elettriche «che riteniamo pongano le basi per un marcato miglioramento di crescita e redditività nella seconda parte dell'anno».
Confermato il piano di investimenti record in Sud America al 2030 (5,6 miliardi di euro) per sostenere la messa in strada di oltre 40 modelli, insieme allo sviluppo di nuove tecnologie bio-hybrid e di sistemi innovativi nei processi di decarbonizzazione.
Sorridono in America Latina, ma non altrettanto in Italia dove a crescere sono le preoccupazioni sul futuro del sistema produttivo. Oltre alle linee di assemblaggio ferme in questo maggio a Mirafiori, ieri stop anche per lo stabilimento di Pomigliano a causa dello sciopero indetto da Fim, Uilm, Fismic e Uglm. «Denunciamo innumerevoli episodi di scarsa sicurezza - sottolineano i sindacati metalmeccanici - e non possiamo più transigere. Tutto il Paese è impegnato contro la piaga dei morti sul lavoro, il management di Stellantis non può fingere di non sapere».
Ferdinando Uliano, neo leader Fim-Cisl, guardando alla situazione generale, si è soffermato sul ruolo del presidente di Stellantis, John Elkann, «il quale ha il controllo relativo del gruppo e, quindi, voce in capitolo sulle decisioni di vitale importanza». «Ecco perché - aggiunge Uliano - dovrebbe spendere qualche parola in più su Torino e sull'Italia, lo abbiamo anche ribadito nella recente grande manifestazione a Torino».
Da parte sua, intanto, la cfo Knight, fa sapere di confermare le guidance per il 2024 e ribadisce «l'impegno minimo di ottenere, in questo anno, un margine di utile operativo
rettificato a due cifre, oltre a un flusso di cassa industriale netto positivo, nonostante le incertezze macroeconomiche».Infine, conti trimestrali con il segno meno anche per Volkswagen: utile netto -21,6% a 3,71 miliardi.
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