Economia

Conto corrente "massacrato": un'altra botta

Anche banca Widiba si adegua all'andamento del mercato ed aumenta il canone dei conti correnti dal 15 luglio dopo l'invio di una lettera ai propri correntisti. Ma non è che l'ultima in ordine cronologico: ecco i cambiamenti di altri gruppi bancari

Conto corrente "massacrato": un'altra botta

L'ennesima banca che "stravolge" le condizioni economiche sul conto corrente: è banca Widiba, la banca online del gruppo Mps (Monte dei Paschi di Siena).

Cosa cambia

Il 14 maggio infatti, la banca ha inviato una lettera inviata ai proprio clienti scrivendo che “a decorrere dal 15 luglio 2021, le condizioni economiche applicate al suo conto corrente in euro saranno modificate nei termini risultanti dalle tabelle seguenti (le modifiche vengono identificate a mezzo di scrittura in grassetto)”. Le modifiche interesseranno tutti e tre i pacchetti disponibili: Smart, Premium e Top: come riportato da finanzaonline, se il canone trimestrale del pacchetto Smart rimane pari a zero, quello del pacchetto Premium viene più che raddoppiato, passando da 5 euro aa 10,50 euro, mentre il canone trimestrale del pacchetto Top passa da 10 a 15 euro. Inoltre, nel pacchetto Smart le spese fisse di liquidazione trimestrali passano da 0 euro a 6 euro mentre la linea libera, ovvero il tasso annuo nominale al lordo della ritenuta fiscale scende dallo 0,10% allo 0%.

Le spiegazioni

Così come accaduto anche nel caso di Fineco, UniCredit e di altre banche che si apprestano ad aumentare i costi dei conti correnti, Banca Widiba spiega la mossa con l’incremento dei costi della raccolta. "Gentile cliente, negli ultimi anni profonde modifiche hanno interessato il mercato monetario e il sistema economico nel suo complesso e Banca Widiba si è trovata ad affrontare un incremento via via maggiore del costo di gestione della raccolta del denaro depositato dai propri clienti. Le condizioni di mercato sono mutate in modo significativo, tanto da compromettere l’equilibrio tra il costo per la Banca del servizio offerto e le condizioni economiche applicate ai conti correnti”. La missiva prosegue, spiegando che “i due fattori che maggiormente hanno influito sono: la riduzione dei tassi d’interesse di mercato in un quadro di perdurante debolezza dell’economia (specie a livello europeo) e gli oneri incrementali connessi alla normativa in tema di tutela dei depositanti".

Gli aumenti delle altre banche

Come anticipato, Widiba è soltanto l'ultima in ordine cronologico ad applicare aumenti sui servizi a causa dell'eccessiva liquidità dei proprio clienti che, per tutte le banche, rappresenta un costo non da poco. Come ci siamo recentemente occupati (qui il nostro articolo), UniCredit vedrà un aumento del 33% sul proprio canone mensile dal 1° luglio. Il nuovo amministratore delegato, Andrea Orcel, vuole "sfoltire" i 1.745 miliardi di euro di depositi privati registrati a febbraio da Bankitalia: è l'effetto dei tassi negativi che hanno una sorta di effetto erosivo sui conti delle banche diventando difficilmente sostenibili sul lungo termine. Inoltre, UniCredit ha previsto un canone in rialzo fino al 70% per i propri correntisti. Come dimenticare Fineco che, con un'iniziativa unica, ha annunciato la chiusura dei conti con oltre 100mila euro e in assenza di investimenti o prestiti con la stessa banca. Ultima ma non ultima anche banca Ing, che ha deciso di chiudere tutte e 63 le proprie casse bancomat (dal 1°luglio) a favore della digitalizzazione che avanza a discapito dei contanti dicendo addio, di fatto, al cash.

"L'esempio", per così dire, viene seguito in modo indiretto anche dalla Deutsche Bank che ha deciso di chiudere ben 150 filiali entro il 2021 e consentirà consentirà ai dipendenti di lavorare da casa fino a tre giorni alla settimana, una volta riaperti gli uffici. Come riporta AdnKronos, la banca tedesca ha deciso di chiudere i battenti dopo il miglior profitto trimestrale da 7 anni a questa parte con un utile di 908 milioni di euro e ricavi per 7,2 miliardi di euro. Il nocciolo di tutte le questioni è che il denaro, liquido o contante che dir si voglia, non rientra più negli interessi delle banche: secondo l'Associazione bancaria italiana (Abi), il volume dei depositi bancari degli italiani ha raggiunto i 1.746 miliardi di euro, un ristagno di liquidità sul conto corrente che non si muove nell'economia reale.

È per questo motivo che la Banca Centrale Europea, con la sua politica monetaria espansiva, ha reso la liquidità più costosa e spinto i tassi di interesse in negativo per incentivare lo sviluppo delle tecnologie digitali applicate ai pagamenti.

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