Edilizia e casa: appello dell’Arpe Federproprietà alla Polverini

Il problema-casa è una delle priorità che dovrà affrontare chi vincerà le elezioni regionali nel Lazio. È per questo che l’Associazione romana della proprietà edilizia, «quale organizzazione maggiormente rappresentativa a Roma e nel Lazio della categoria dei proprietari immobiliari» precisa il presidente Michele Pazienza, ha rivolto una lettera-appello a Renata Polverini, candidata del Pdl. L’Arpe, che aderisce a Federproprietà, fa parte anche di organismi costituiti dalla Regione ed è stata chiamata a formulare proposte e valutazioni su provvedimenti riguardanti l’urbanistica e l’edilizia. Dopo aver espresso «profonda preoccupazione per la perdurante assenza negli obiettivi e nei programmi della Regione di un qualsiasi serio approccio alla politica abitativa», il presidente dell’Arpe rivolgendosi alla Polverini non nasconde «la speranza che il mutamento di conduzione da Lei proposto possa dare in tempi brevi frutti positivi secondo quanto prospettato nelle già note linee generali del Suo programma elettorale». Tra le questioni che potrebbero servire per una concreta ripresa dell'attività edilizia, con benefici effettivi sulla deficitaria situazione occupazionale, secondo l’Arpe bisogna innanzitutto «tirare fuori dal cassetto lo schema di testo unico della legislazione urbanistico-edilizia, messo a punto dalla commissione a suo tempo costituita dalla giunta Storace, presieduta dal professor Sabino Cassese, con presidente vicario il professor ingegnere Pietro Samperi, membro del Direttivo della nostra associazione e componente del centro studi urbanistici di Federproprietà, e - con gli opportuni eventuali aggiornamenti - vararlo in tempi brevi». «In vista di possibili programmi di edilizia sociale - scrive Pazienza - è poi necessario un provvedimento legislativo regionale che obblighi i Comuni, pena la decadenza da finanziamenti presenti e futuri, a inserire nei rispettivi strumenti urbanistici l’esplicita previsione di aree ad essi destinate, sul modello della legge n. 167 del 1962». Poiché l'emergenza abitativa, specie nella Capitale e nei Comuni limitrofi, ha assunto aspetti di preoccupante gravità - si legge nell’appello - occorre rilanciare il mercato delle locazioni, in attesa dell’introduzione da parte del Parlamento della cosiddetta cedolare secca, sui redditi da esse derivanti, ai fini Irpef, alla Regione spetta il compito di rilanciare il canale concordato introdotto dalla legge n. 43/1998, attraverso incentivi e agevolazioni. In questo momento, in cui è palese l’impossibilità, per insufficienza delle risorse, di porre mano in tempi ragionevoli a programmi Epr - fa notare l’Arpe - «l’unica via percorribile è proprio quella del rilancio della casa in locazione specie per le categorie a basso e medio reddito». È poi necessario incentivare l’applicazione da parte dei comuni delle norme statali che consentono il riscatto della proprietà delle aree già concesse in diritto di superficie per la realizzazione di programmi di edilizia sociale; si consegue il duplice fine di far affluire alle casse comunali più che mai necessarie risorse finanziarie e dare definitiva stabilità al rapporto degli assegnatari con gli alloggi come sopra costruiti.

«La Regione Lazio - conclude il presidente Pazienza - non può eludere il problema del ripristino degli organismi intesi a rendere effettiva la partecipazione alle scelte di fondo dell’amministrazione (troppo frettolosamente soppressi), anche sulla base delle procedure previste dal nuovo Prg, nei quali siano presenti le associazioni sindacali e di categoria, prime tra tutti quelle della proprietà e quelle dell’inquilinato».

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