L'educazione sessuale in classe è l'ennesima battaglia ideologica per portare i temi del gender dentro il cavallo di Troia dell'affettività, come se l'orrendo problema dei femminicidi potesse risolversi con una lezione tra i banchi, cosa di cui è stato accusato in aula il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara (nella foto). Il sì della Camera (151 voti a favore, 113 i no ed un astenuto) al ddl che porta il suo nome dimostra che il Parlamento ha preferito la strada impervia del buon senso alle scorciatoie ideologiche per cui fa il tifo la sinistra, che strumentalmente sfrutta i femminicidi per imporre anche a scuola il genere fluido e le teorie Lgbtq+. Sarà vietata l'educazione sessuale e affettiva nella scuola dell'infanzia ed alle elementari, mentre alle medie e alle superiori servirà il consenso informato dei genitori, che dovranno conoscere (almeno sette giorni prima) temi e materiale didattico, nomi e curricula degli esperti. L'opposizione ha organizzato un flash mob di protesta fuori da Montecitorio, sostenendo invece che non contrastare la violenza patriarcale di genere e la cultura dello stupro con l'educazione alla "sessuoaffettiva" aumenterà i femminicidi. Un pessimismo contrapposto all'entusiasmo dei prolife come Provita&Famiglia, secondo cui l'assalto dell'ideologia gender sui banchi sembra scongiurato.
Ma il tema dell'educazione sessuale resta incandescente. Se è impensabile che la scuola agisca alle spalle dei genitori, come se la delega in bianco sull'istruzione valesse anche per un tema eticamente sensibile come sesso e gender, è pacifico pensare che certe scelte educative spettino esclusivamente alla famiglia.
Si parla poco di sesso a casa? Probabile. Lasciare che i nostri ragazzini alla soglia della pubertà si informino solo attraverso i social e su app come Tik Tok diventate una sorta di boutique sessuali, è pericoloso.
Lo è altrettanto però mescolare troppi piani: l'idea che la sessualità sia mutevole e soggettiva, non ancorata a criteri biologici anzi addirittura sganciata da operazioni di cambio sesso (come aveva previsto il famigerato ddl Zan, già affossato), parlare di diritto a un sesso "percepito" e mutevole è una deriva che troppi danni ha già fatto in Paesi come la Gran Bretagna, dove la comunità scientifica si è tardivamente pentita dell'abuso di farmaci per bloccare la pubertà.