Letteratura

Ellis, con "The Shards" torna all'origine del male

Nel nuovo romanzo lo scrittore californiano esplora la vita vuota e furiosa di un gruppo di diciassettenni

Ellis, con "The Shards" torna all'origine del male

Uno dei migliori romanzi di questo 2023 è senza dubbio The Shards ed è anche il più riuscito di tutti i libri di Bret Easton Ellis che non ne pubblicava da tredici anni. L'autore che ha portato una intera generazione da minimalista a Meno di zero, che ha raccontato negli anni '80 l'edonismo con l'ossessione dei marchi insieme alla normalizzazione della violenza insospettabile in doppio petto con American Psycho.

Erano gli anni dove tutto sembrava permesso e quel sogno americano Ellis l'ha descritto e distrutto: per questo l'ha pagata. Relegato da grande scrittore a icona: e come neutralizzare un artista? Inglobandolo.

Il Brett Easton Ellis di The Shards torna finalmente a ribellarsi: già dalle prime righe del romanzo (che uscirà in Italia per Einaudi, data ancora non comunicata) si intuisce come Ellis sia tornato alla potenza evocativa delle parole, a quello stile di scrittura che pur non tralasciando la trama inchioda alla carta più di una generazione: comportarsi da adulti essendo bambini, essere bambini in una società dove tutti si affannano ad essere riconosciuti adulti ma non siamo altro che prodotti adulterati. Cresciuti negli anni '80, anni di creatività e immaginazione sottovalutati ma dove, sottolinea lo stesso autore nel romanzo, l'uscita di un film (in questo caso Shining di Kubrick) o di un disco pop valeva più di ogni altro evento, dove lo Xanax galleggiava nei drink delle feste liceali prima che vedessimo nascere l'ultima generazione sterminata dagli antidolorifici odierni.

Ellis torna agli anni del liceo, in quegli ambienti nei quali aveva ambientato quel Meno di zero che ritrasse una generazione degli anni '80 già soltanto con il titolo e adottando uno stile che lo accostò ai minimalisti (da Raymond Carver a Jay McInerney), che gli diede fama: un Giovane Holden impasticcato dalle immagini, tirato su dall'abuso di cocaina e dal sesso sfrenato come metafora di valori perduti e rinnegati che la beat generation non era nemmeno lontanamente riuscita a scalfire: perché il genio di Ellis ha intuito - a differenza degli scrittori del disagio e della protesta che lo avevano preceduto e tanto decantati (da Jack Kerouac a Allen Ginsberg)- che il vero pericolo non è l'assenza di coordinate morali ma il vuoto: quello che Ellis ha definito «vuoto pneumatico» che rese poi epico in American Psycho, il romanzo capolavoro dove ci racconta che loghi, marche, griffe sono diventati feticci, ma soprattutto il più spietato serial killer di noi e dei nostri figli.

Ellis ci racconta il suo e il nostro mondo sin dal titolo, The Shards: sono i frammenti di memoria, la fine dell'innocenza di un giovane uomo. «Ricordo che questo è stato uno dei primi momenti in cui mi sono avvicinato all'età adulta», scrive Ellis, «quando mi sono reso conto di quanto fosse potente la memoria, o almeno è stata la prima volta in cui mi ha fatto più male». Ed ecco i pezzi di una psiche fratturata: i tentativi di mettere insieme più sé. In definitiva, i confini tra la distorsione di sé, la percezione esterna e il ricordo sono frammenti e ciò che è nascosto viene sempre proiettato verso la luce.

Ellis ha impiegato i mesi trascorsi tra il 2020 e il 2021 a scrivere questo romanzo di 600 pagine su diciassettenni che hanno rapporti sessuali a dir poco facili e sniffano cocaina, guidano per Los Angeles sotto l'effetto di droghe sintetiche ed evitano hippy scatenati che torturano animali domestici, serial killer.

Nonostante la molteplicità delle narrazioni che si intrecciano, Ellis mantiene magistralmente Bret il protagonista é lo stesso Ellis al centro di tutto e voce narrante, in una crescente paranoia: più che sufficienti per far girare le pagine ai lettori.

The Shards è un romanzo che in alcune parti sembra un romanzo poliziesco (molto vicino a quelli di James Ellroy), in altre una storia di adolescenza cupa, senza speranza e futuro. Ma c'è anche molto umorismo: uno sguardo profondo e critico sulla società del privilegio e un'esplorazione molto personale delle ossessioni che ci perseguitano, del modo in cui la sfiducia ci condiziona e di come il sesso, la crescita, la gelosia, la paura possano plasmare la vita di una persona al culmine dell'adolescenza. Allo stesso modo, la storia si addentra in quella che per Ellis è la rappresentazione della vita quotidiana: il modo in cui tutto per noi è diventato una narrazione, un copione. The Shards è anche un romanzo sulla nostalgia, sulla distanza tra la quasi età adulta di 17 anni e la tarda mezza età dell'autore. C'è un senso di sconcerto da parte della voce contemporanea di Ellis per il fatto di non essere mai stato così giovane e audace come da adolescente.

Questa sembra essere la lezione profonda di questo Bildungsroman: invecchiare è un processo brutale e doloroso, con il serial killer immaginario come metafora dei colpi e dei traumi che ci tolgono l'audacia giovanile ma senza per questo toglierci non il gusto ma il vizio e la comodità di essere ancora bambini.

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