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Emergency, i tre fermati: "Ansia per il futuro"

L'inviato della Farnesina Iannucci vede Pagano, Garatti e Dell'Aira, arrestati dai servizi segreti afgani sabato scorso. "Sono in buone condizioni e hanno ringraziato per la visita e per il lavoro del governo". Ma non si sbilancia sulla liberazione: "Siamo fiduciosi". Strada polemico: "Sono desparecidos"

Emergency, i tre fermati: "Ansia per il futuro"

Kabul -  I tre operatori di Emergency sono "in ansia, soprattutto perché non è chiaro il loro futuro". Lo ha detto l’inviato di Frattini, Massimo Iannucci, prima della conferenza stampa organizzata subito dopo l’incontro di un’ora avuto con i connazionali. Sulla possibile liberazione di uno o più operatori italiani di Emergency "siamo fiduciosi, ma non sappiamo nulla" spiega Iannucci. Anche riguardo alla possibilità di una visita da parte dei legali designati dalla ong di Gino Strada, Iannucci ha risposto: "Non lo sappiamo".

In buone condizioni Matteo dell’Aira, Marco Pagano e Matteo Garatti, fermati sabato scorso dalla polizia afgana, si trovano ora, secondo quanto riferisce una nota della Farnesina, in una struttura detentiva nei pressi di Kabul. "Durante l’incontro protrattosi per circa un’ora - si legge nella nota - la delegazione italiana ha potuto appurare le buone condizioni di salute di cui godono i tre connazionali. Il ministro Frattini ha provveduto a informare le famiglie dei tre italiani dell’incontro rassicurandole del loro stato di salute e detenzione. Durante l’incontro - conclude la nota - i tre connazionali hanno tenuto a ringraziare il direttore della struttura per il trattamento finora loro garantito e il governo italiano per l’attenzione con cui sta seguendo la vicenda".

Ringraziamenti "Grazie per l’improvvisata". Così Pagani, Dell’Aira e Garatti hanno accolto i diplomatici italiani. Lo ha raccontato l’inviato di Frattini in Afghanistan Iannucci. L’incontro è avvenuto in lingua inglese, ha riferito ancora Iannucci, per "non escludere" il direttore della struttura della direzione nazionale della sicurezza afgana dalla conversazione. La struttura nella quale si trovano, ha raccontato Iannucci, è un edificio "nuovo di zecca".

Strada polemico "Ci fa piacere sapere che i nostri tre cooperanti stanno bene dopo la visita delle autorità italiane che hanno solo potuto accertate, come in qualsiasi visita consolare, il loro stato di salute. Ma per noi restano dei desaparecidos, dei detenuti. Nessuno sa nulla su dove sono, non hanno potuto mettersi in contatto con i familiari o con membri dell’organizzazzione, per non parlare del fatto che non hanno potuto vedere degli avvocati". Lo ha detto Gino Strada, fondatore di Emergency, nel corso di una conferenza stampa alla stampa estera di Roma. Il fondatore della Ong, presente in Afghanistan dal 1999, si è detto "certo che il governo italiano ha tutti i mezzi per farli liberare in tempi brevissimi.

Basterebbe - ha aggiunto Strada - che facesse presente a questi signori che l’Italia spende un miliardo di euro all’anno per l’Afghanistan e che ricambiare con un’aggressione ad un ospedale italiano che ha curato due milioni e mezzo di afgani nell’ultimo decennio è qualcosa di inaudito". 

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