Napoli - Lo stato d'emergenza a Napoli? Non c'è. Il sindaco Luigi De Magistris ribadisce di essere "assolutamente contrario" alla dichiarazione di uno stato di emergenza. "Non serve - sostiene - perché è quello che ci ha consegnato una città con la spazzatura. Dobbiamo risolvere il problema con l’ordinarietà, con le leggi attuali". A Roma, invece, la sinistra preferisce lavarsene le mani e tornare a chiedere l'intervento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Se il governo non è in grado di risolvere l’emergenza rifiuti - attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - deve andare a casa".
Bersani se ne lava le mani "E' una vergogna" che non scatti la solidarietà quando a subire questi disagi ci siano anche dei bambini, ha detto Bersani che ha parlato di "una vera e propria barbarie". Il leader del Pd ha ricordato la grave emergenza che aveva colpito Milano negli anni Novanta: "Quando furono loro nei guai, c’era un sindaco leghista che parlò direttamente con me: mi presi i rifiuti in Emilia Romagna, affrontai la polemica scoppiata nella mia regione perchè volevo e dovevo dare una mano". Ora "sono il primo a dire che la Campania deve arrivare all’autosufficienza nel ciclo dei rifiuti", ha aggiunto il leader del Pd ricordando che su questo argomento in questi giorni è stata presentata una proposta di legge dal Pd: "Noi siamo un partito di governo che è temporaneamente all’opposizione".
Verso l'apertura di Cava Vitiello Torna a salire la tensione nel Vesuviano dopo la paventata ipotesi di aprire una discarica per i rifiuti a Cava Vitiello, all’interno di un’area protetta nel Parco nazionale del Vesuvio. Sul piede di guerra i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase, ma anche "mamme vulcaniche", comitati civici e rete di comitati antidiscarica. "Basta. Questo territorio ha già dato tanto e non siamo più disponibili a essere sommersi dai rifiuti provenienti da Napoli e dall’intera provincia - hanno detto i primi cittadino dell’area nel corso di una riunione a Boscoreale - Siamo contrari a qualsiasi soluzione che vada nella direzione di rimettere in gioco la Cava Vitiello, e di qualsiasi altra area all’interno del Parco, tra i siti da utilizzare per nuove discariche rifiuti". La paventata ipotesi dovrebbe, di fatto, rivedere quanto disposto dalla legge 1/2011 che fu emanata dopo mesi di lotte e proteste dello scorso autunno. Una legge che cancellò Cava Vitiello e stabilì che in Cava Sari fossero conferiti solo i rifiuti dei 18 Comuni della "zona rossa".
Le accuse alle amministrazioni locali "Sono decenni che l’amministrazione regionale è inadempiente su questa tematica che ha generato un disastro ambientale senza precedenti - hanno attaccato i sindaci - è trascorso un altro anno dalla gravissima emergenza rifiuti e siamo nuovamente al punto di partenza senza che sia stata ricercata una soluzione definitiva al problema, che di sicuro non può essere risolto penalizzando sempre e unicamente il territorio vesuviano". Per chi protesta è da "irresponsabili" immaginare che, "per risolvere i problemi di Napoli, si debba sollecitare il Governo ad adottare il provvedimento di reintegro della Cava Vitiello, tra i siti da utilizzare per nuove discariche".
Chi manifesta si è detto pronto a riprendere "immediatamente la lotta sul territorio" per impedire "quella che sarebbe la definitiva condanna a morte per questa comunità". Sindaci e cittadini hanno, inoltre, ribadito la chiusura di Cava Sari che "continua a emanare miasmi e a rappresentare un serio pericolo per la salute della popolazione vesuviana" e a invocare la sua bonifica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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