Emissioni Ministri dell’Ambiente in cerca di un’intesa

«Il 14 ottobre si terrà il Consiglio dei ministri dell’Ambiente europei per trovare una posizione comune in vista di Cancun. In quella sede l’Italia sottolineerà come sarebbe inutile pensare a una fase due del protocollo di Kyoto, così come aumentare dal 20 al 30% l’impegno sulla riduzione delle emissioni. Del resto non è stato utile per Copenaghen l’obiettivo del pacchetto 20-20-20 assunto in Europa». È quanto ha anticipato, a Roma, il direttore del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini. «I ministri europei competenti - ha aggiunto - dovrebbero cominciare a porsi nell’ottica che il nucleare è una tecnologia utile per ridurre le emissioni. È necessaria, poi, una politica fiscale comune sull’energia: non è pensabile che la Germania premi i combustibili fossili più inquinanti. Dal 1997 la comunità internazionale ha come riferimenti target di riduzione delle emissioni fissati con un approccio “top down” e per Paese. Questo approccio funziona quando gli obiettivi sono puntuali come per esempio accade se si vuole ridurre un singolo inquinante». Clini definisce questo modo di affrontare il problema «astratto se non ideologico. Si deve invece identificare quello che è possibile fare attraverso accordi settoriali per obiettivi misurabili e raggiungibili: l’esempio più eclatante è quello del mercato dell’auto dove tutti i produttori puntano su veicoli che consumano meno, ma si può citare anche il settore delle lampade ad alta efficienza o quello delle nuove fonti rinnovabili.

Bisogna, insomma, mettere in moto un processo di produzione legando il driver ambientale a quello tecnologico», ha aggiunto Clini, secondo il quale «bisogna innanzitutto affrontare la questione clima rispetto agli effetti, al di là di quali siano le cause del cambiamento climatico».

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