Endesa, blitz di Acciona e risposta della Ue che difende l’Opa E.On

La Borsa spagnola scommette su un rilancio dei tedeschi. L’Europa boccia le barriere di Madrid contro la concorrenza

Paolo Giovanelli

da Milano

Si riaccenda la battaglia per il controllo della spagnola Endesa, e sono due i fronti. Da un lato è entrato in campo il gruppo Acciona, che opera nel settore costruzioni, rastrellando in una sola notte sul mercato after hours alla Borsa di New York il 10% del capitale di Endesa (e diventando così il primo azionista) al prezzo di 32 euro per azione contro i 25,4 euro offerti dall’Opa della tedesca E.On. Dall’altro, quest’ultima ha incassato un importante punto a suo favore con la decisione della Commissione europea di bocciare le condizioni poste da Madrid alla fusione E.On-Endesa. Bruxelles ha anche chiesto che il governo spagnolo modifichi la legge che ha esteso i poteri della Comisión nacional de energia (Cne) in una misura che «rischia di restringere indebitamente la libera circolazione dei capitali e il diritto di stabilimento».
Partita riaperta, quindi: Acciona vuole giocare il ruolo di cavaliere bianco contro l’«invasione» tedesca e ha già fatto sapere di puntare al controllo del 25% del capitale, forte dell’appoggio finanziario del Banco Santander. Per il suo 10% Acciona ha già speso 3,4 miliardi di euro (valorizzando così Endesa a quasi 34 miliardi), contro i 29 miliardi che E.On si è detta disposta a offrire nell’Opa. Se la società spagnola raggiungerà il 25%, scatterà l’obbligo di Opa, e potrà puntare a ottenere il via libera in tempi rapidi dalla Cne. Il governo spagnolo, che ha sempre sponsorizzato una «soluzione iberica», prima appoggiando Gas Natural poi modificando la normativa, afferma di non sostenere né di opporsi all’iniziativa di Acciona: «Ne prende atto e basta» ha detto il ministro dell’Economia, Pedro Solbes.
La Borsa di Madrid ha sentito odore di sangue e si è scatenata nell’attesa di uno scontro all’ultimo euro per la conquista di Endesa il cui titolo ieri ha avuto un balzo del 10%, oltre i 32 euro, allineandosi sostanzialmente al prezzo pagato da Acciona. Gli operatori puntano su un rilancio di E.On che ha «preso atto» dello smacco, ma che ha fatto sapere di non essere intenzionata ad aumentare l’offerta. Ma difficilmente una strategia simile potrebbe dare la vittoria ai tedeschi. Nel caso di un rilancio, secondo gli osservatori, Acciona potrebbe scegliere di cedere la sua quota a E.On, con un buon guadagno, oppure insistere per puntare all’acquisizione di Endesa. In questo scenario si rafforzerebbe in maniera importante la tendenza che sta emergendo in Europa per la creazione di grandi gruppi nazionali, chiusi però nelle proprie frontiere. L’altro caso eclatante è quello di Suez-Gdf, la cui fusione è stata decisa ufficialmente dopo l’annuncio dell’Enel di lanciare un’Opa du Suez. Una vittoria di questa linea, che non sembra da escludere, cancellerebbe per lungo tempo la possibilità di una reale concorrenza a livello europeo nel settore dell’energia. E avrebbe importanti riflessi anche nella vicenda Enel-Suez. Senza contare che non è indifferente se a controllare Endesa Italia sarà E.On o sarà un gruppo iberico. E tenendo presente che in questo modo il mercato spagnolo si chiude pure per l’Enel, che vi è fortemente interessata.


Ed è proprio per cercare di escludere questa possibilità che la Commissione Ue è scesa in campo a favore della battaglia di E.On in Spagna. O meglio, perché vengano date a E.On le stesse possibilità che hanno gli altri concorrenti spagnoli.

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