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Enel, inizia l’era Conti Wind ceduta a Sawiris

In arrivo un’altra cedola da 0,36 euro. Per la società di tlc incasso di 12,1 miliardi. Scaroni: «A noi ne è costata 17»

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da Milano

L’Enel ha voltato ieri pagina con la fine dell’era di Paolo Scaroni e l’avvio dell’incarico di amministratore delegato a Fulvio Conti, finora responsabile finanziario del gruppo elettrico. E l’ha voltata anche annunciando la vendita di Wind a Sawiris: l’accordo prevede il passaggio del controllo al fondo Weather Investment per 12,138 miliardi di euro. Entro l’estate l’Enel trasferirà per 2,98 milioni il 62,7% del capitale di Wind a Weather, l’anno prossimo toccherà alla quota restante. In questo caso il gruppo italiano riceverà 328 milioni e il 26% della società che controlla Wind. Alla fine dell’operazione l’Enel varà incassato in tutto poco più di tre miliardi di euro più la partecipazione del 26% in Weather valutata 1.960 milioni: quindi circa 5 miliardi, cui si aggiungono i 7 miliardi di debiti che vengono scorporati.
L’Enel ha speso nella telefonia 17 miliardi di euro «contro i 12 che incassiamo con la cessione di Wind, non si tratta dunque di una catastrofe: non è andata male» si è consolato Scaroni. In ogni caso nel lungo periodo Enel sicuramente uscirà definitivamente dalle tlc, ha detto Conti, durante la conference call di presentazione dell'accordo con Weather per Wind. Conti ha aggiunto che «abbiamo sviluppato un piano industriale e nel momento in cui decideremo di uscire definitivamente, questa partecipazione di minoranza porterà un valore più alto per Enel». In ogni caso l’uscita non potrà avvenire prima della quotazione di Weather, che verrà fatta nel 2007. Sawiris ha schierato in campo una serie di advisor legali e finanziari per arrivare all’acquisto: sul fronte legale è stato appoggiato dallo studio Dewey Ballantine, mentre Deutsche Bank è stata advisor dell’uomo d’affari egiziano e nello stesso tempo finanziatrice di Weather.
Sul fronte dell’assemblea degli azionisti, ieri l’Enel ha approvato il bilancio 2004, chiuso con un utile di 2,7 miliardi (più 7,9%) che permetterà la distribuzione di un dividendo di 0,36 euro per azione, che a sua volta va ad aggiungersi all’anticipo di 0,33 euro pagati nell’autunno scorso e legati alla vendita della prima tranche di Terna. Per il Tesoro questo significa un incasso tra 1,2 e 1,3 miliardi entro fine anno: tra acconto e dividendo ordinario il ministero incasserà circa 900 milioni, cui si aggiungeranno tra 325 e 383 milioni derivanti dalla cessione del 45% di Terna, che arriveranno nel prossimo autunno.
Da segnalare infine il «dòmino» innescato nel consiglio di amministrazione Enel dall’uscita di Scaroni, che oggi entrerà nel cda dell’Eni. Alla presidenza del gruppo elettrico è stato confermato Piero Gnudi, mentre in cda restano Fernando Napolitano e Gianfranco Tosi.

Tra i nuovi ingressi (il numero dei componenti è stato portato da 7 a 9) va segnalato quello di Francesco Valsecchi, che lascia le Poste per la nuova responsabilità nel gruppo elettrico, Alessandro Luciano, già componente dell’Autorità delle tlc, e Fulvio Conti, destinato alla nomina di ad. Nella lista di minoranza sono entrati l’ex ministro Augusto Fantozzi, Giulio Ballio, mentre è stato confermato Francesco Taranto. Escono Mauro Miccio, Franco Morganti e, ovviamente, Paolo Scaroni.

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