"Luca Giurato era un marito mai scontato e travolgente". Intervista a Daniela Vergara

La moglie e collega: "Un uomo solare"

"Luca Giurato era un marito mai scontato e travolgente". Intervista a Daniela Vergara
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È stata la moglie di Luca Giurato per 18 anni. Si capisce che lo ha amato molto. Ora parla lentamente, misurando le parole e sempre sul punto di piangere. Daniela Vergara, la conoscete, è stata per molti anni un volto notissimo della Tv. Tg3 e Tg2. Inviata e conduttrice.

Daniela, dimmi, com'era Luca?

«Un uomo coinvolgente. Ti coinvolgeva in tutto. Nelle sue cose, nelle tue. Poi, sai, non è facile convivere facendo lo stesso mestiere. Noi ci riuscivamo. Lui è stato sempre il mio primo fan e ha sempre goduto dei miei successi».

Non c'era competizione?

«Mai, mai. Però per strada fermavano lui che aveva un pubblico più pop e ne ero felice. Mi stanno chiamando tutti i suoi giovani colleghi e mi dicono che era il numero uno. Che aveva una tale capacità di mettere tutti a proprio agio che non potevi non volergli bene. Sapeva non far mai pesare il suo ruolo».

Che uomo era?

«Un uomo solare che mi ha insegnato molto. Con la sua fantasia, il suo modo di vedere le cose, la sua moralità, assoluta, totale».

Che marito è stato?

«Un marito mai scontato. Quando ci siamo conosciuti, io ero un po' irregimentata, rigida. Lui ha messo nella mia tavolozza, dove c'erano dei colorini opachi opachi, tutto l'arcobaleno di questo mondo. Luca era travolgente. Luca riusciva a farsi fare da tutti tutto quello che lui voleva, perché era una specie di serpente incantatore. Si faceva perdonare qualsiasi cosa».

Come è successo? Eravate insieme quando è stato colpito dall'infarto?

«Sì. Eravamo insieme a Santa Marinella. Lui ha avuto una brutta caduta un anno fa. Stava facendo rieducazione. Però stava bene. Era coccolato, tranquillo. Eravamo a casa. È stata una cosa improvvisa».

Ricordami una discussione tra te e lui.

«Quando lui cominciò la rassegna stampa in Tv, faceva sempre degli scarabocchi col

pennarello sui titoli che commentava. Io, quando tornava a casa, gli spiegavo come doveva usare il pennarello. Come doveva essere ordinato. Ero precisina. Mi ricordo che lui mi guardò stupito e mi disse: ma io so fare così».

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