Hanno tentato una fuga rocambolesca, due detenuti ergastolani, mentre su un blindato della Polizia Penitenziaria venivano trasferiti dal carcere di Palmi al tribunale di Reggio Calabria. Il fatto è avvenuto ieri mattina poco dopo le 8, quando i due fratelli Giuseppe e Pasquali Zagari, entrambi condannati all'ergastolo per la faida di Taurianova, hanno tentato la clamorosa fuga dal furgone che li stava trasportando davanti al tribunale di sorveglianza per un udienza. Nel mezzo blindato uno dei due fratelli ha finto di stare male, mentre l'altro ha detto agli agenti di scorta di avere le medicine per il congiunto, quindi si sono fatti aprire le due celle, ma una volta aperte i due fratelli hanno estratto le pistole, due 6,35 con matricola abrasa ed hanno minacciato i poliziotti. Né è nata una colluttazione dove i fratelli hanno sparato diversi colpendo due dei cinque agenti di scorta, mentre un terzo a ricevuto un colpo con il calcio della pistola. Gli altri componenti dellequipaggio sono riusciti ad immobilizzarli e a richiudere le celle, cosi lautista del blindato che intanto aveva dato lallarme ha invertito la marcia rientrando subito nel penitenziario palmese. Una volta giunti nella casa circondariale i due fratelli Zagari sono stati posti in isolamento e sottoposti a stretta sorveglianza. I nomi dei fratelli Zagari, che erano giunti sabato scorso a Palmi dal carcere di Voghera (Pavia) dove sono rinchiusi, rievocano in Calabria una delle più antiche a sanguinarie faide tra le cosche della 'ndrangheta. Si tratta dello scontro tra le famiglie degli Asciutto-Grimaldi contro quelle dei Viola-Zagari. Nell'ambito di questa faida nel maggio del 1991 furono uccisi i fratelli Giovanni e Giuseppe Grimaldi. Quest' ultimo restò decapitato a causa dei colpi di fucile, esplosi da distanza ravvicinata, e la sua testa fu fatta oggetto di un macabro tiro al bersaglio da parte degli altri killer. Le indagini sul tentativo di evasione vengono svolte dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Palmi e sono finalizzate ad accertare principalmente come hanno fatto i due detenuti ad avere le pistole e se l'azione era stata pianificata con la complicità di altre persone. Ma soprattutto è sul primo punto che si svolgono le indagini, infatti quando i detenuti escono dal carcere vengono perquisiti, come ha fatto la scorta a non accorgersi delle due armi che i fratelli Zagari detenevano? Ma in ogni caso chi ha armato i due esponenti della criminalità organizzata della piana di Gioia Tauro? Quesiti questi a cui certamente Renato Cortese capo della squadra mobile reggina dovrà dare risposte in tempi brevi. I tre agenti feriti sono stati ricoverati nell'ospedale di Gioia Tauro.
Le loro condizioni non destano preoccupazione ed i medici li hanno giudicato guaribili con una prognosi da dieci a trenta giorni. «Abbiamo fatto - hanno detto - il nostro dovere e siamo orgogliosi di appartenere alla polizia penitenziaria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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