nostro inviato a Mosca
«Scena perfetta. Nemmeno Strehler avrebbe avuto da ridire. O almeno non avrebbe avuto molto da ridire, perché per lui qualcosa che non andava cera sempre». Il teatro dellArte che fu di Stanislavskij e Cechov ritma un lunghissimo applauso al sipario del «Così fan tutte» portato a Mosca dal Piccolo.
Direttore Escobar, il Piccolo allestero sembra una ricetta che funziona.
«Bravissimi. Cantanti, orchestra, i tecnici. Strehler non amava i mercenari della voce, amava la passione a teatro. Il teatro totale. E qui tutti ci mettono sempre lentusiasmo della prima volta, anche se le repliche sono più di 220. Ho perso il conto».
Perché «Così fan tutte» proprio a Mosca?
«Perché è uno spettacolo leggendario, un punto fondamentale nel percorso artistico e umano di Strehler. E qui chi va teatro Strehler lo ama davvero. Era lopera preferita da Mozart, è il passaggio dallidea del teatro lirico al teatro musicale».
Anche voi avete un debole per la Russia.
«Siamo venuti qui già nel 1960 con Arlecchino. E poi Checov, Il giardino dei ciliegi, Lev Dodin che ora farà Re Lear, in passato Lubimov.
Non è un po dispendioso venire fino a qui?
«Tolti cantanti, coro e orchestra siamo in 26. Compreso me. Una squadra piccola che funziona perfettamente. Altro che gigantismo». (...)
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