A quattordici anni dalla morte, la figura di Giorgio Strehler fa ancora discutere. Stavolta, ad accendere il dibattito è una curiosa diatriba sull'eredità intellettuale e artistica del grande regista, «contesa» tra il suo teatro, il Piccolo di Milano fondato nel 1947, e la Biblioteca di Via Senato presieduta da Marcello DellUtri.
Laltroieri, infatti, alla presentazione della ventiduesima edizione della Mostra del Libro Antico, DellUtri ha annunciato - come riportato sul nostro quotidiano - l'imminente acquisizione da parte della Biblioteca del primo Fondo milanese intitolato a Giorgio Strehler. «Un copioso patrimonio di manoscritti, documenti, sceneggiature e filmati provenienti dalla Svizzera che finalmente tornerà a casa», ha dichiarato il senatore. Quasi immediata, però, è arrivata la replica del direttore del Piccolo Sergio Escobar che ha messo i classici puntini sulle i: «Esiste già a Milano una Fondazione che raccoglie, nel suo archivio, il fondo più importante sul lavoro teatrale di Strehler: ed è la Fondazione Piccolo Teatro di MilanoTeatro dEuropa. Che possiede oltre 5.000 tra scritti, note di regia, saggi, ai quali si aggiungono 300 copioni, 500.000 fotografie, 4.000 bozzetti e figurini, 5.000 manifesti e locandine, 6.000 volumi di teatro e un milione di articoli di giornale. Senza contare puntualizza il direttore del Piccolo i 4.000 costumi di scena realizzati dalla sartoria, i 250.000 documenti di corrispondenza con le istituzioni e gli altri teatri, e i 1.900 filmati fra registrazioni degli spettacoli del Piccolo e servizi speciali. Questi materiali sono costantemente consultati, anche online, da studenti, artisti, studiosi e ricercatori universitari. Un imprescindibile riferimento sottolinea Escobar - per chiunque voglia, dallItalia e dallestero, documentarsi sul teatro di Strehler e sul teatro europeo». Detto questo, aggiunge il direttore, «ben venga una nuova Fondazione dedicata allopera di Strehler: contribuirà a ricomporre limmagine unitaria di questo grande protagonista della cultura del Novecento».
Da parte sua, Marcello DellUtri non ci sta a far la parte del millantatore e, contattato dal Giornale, puntualizza: «Forse non mi sono spiegato bene. Io non ho mai parlato di fondazione. Ho semplicemente dichiarato, e lo confermo, che prima dellestate la Biblioteca di Via Senato, che già possiede i fondi di Malaparte, Mortillaro e Sommaruga, acquisirà le residue carte e documenti di Strehler che attualmente sono in Svizzera, in possesso della signora Mara Bugni, compagna del regista negli ultimi anni di vita. Ben venga se il Piccolo possiede un patrimonio così ricco. Il nostro futuro archivio, che è una parte significativa delleredità del maestro, con scritti e documenti mai pervenuti in Italia, sarà unimportante aggiunta allo sterminato materiale che cè al Piccolo».
Pace fatta,dunque? «Con Escobar ho già chiarito dice DellUtri -.
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