«Esportando dolci siamo usciti dal tunnel»

Chi non conosce il marchio Bindi? L’azienda si chiama Società Italiana Prodotti Alimentari, ma tutti la conoscono come la firma dei popolari dessert. Attilio Bindi è alla guida dell’azienda nata come una piccola pasticceria di via Larga a conduzione familiare e specializzata nello sfornare dolci in velocità. Ormai è un’azienda diffusa in tutta il mondo, capace di vendere dolci ai francesi, che è come dire frigoriferi agli eschimesi. «Non riusciamo a esportare le brioche... ma con l’aiuto dei pasticceri locali abbiamo realizzato dolci che soddisfano il palato francese. Quali? Non lo dico!».
La Bindi è uscita dalla crisi investendo all’estero e differenziando la produzione in base ai paesi in cui esporta i dessert. «L’alimentare ha subito la flessione meno degli altri settori, ma noi siamo un caso particolare perché lavoriamo nella ristorazione, che ha risentito della difficoltà economica».

Tra le soluzioni per la rinascita dal momento di difficoltà, accanto ai dolci nazionali, come le cheesecake negli Stati Uniti, anche l’investimento in macchinari, facilitato dall’euro forte, che ha agevolato l’acquisto di impianti in Francia e in Gran Bretagna.
Infine, un prodotto che non ma hai subito la crisi e che è l’evergreen del marchio Bindi. «Il profiterol, diversificato in base ai gusti». I bigné sono bianchi, scuri, fondenti, al limone...

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