Ha «il cuore stretto» Bernard Kouchner - lex french doctor delle Ong umanitarie diventato ministro degli Esteri - dopo le polemiche esplose intorno alla scelta di tolleranza zero nei confronti dei rom del governo di cui fa parte. Il dibattito a tratti violento, in patria e fuori, le critiche senza mezzi termini del Vaticano e del Comitato anti-discriminazioni dellOnu lo hanno scosso. Tanto che, ha confessato alla radio Rtl, aveva anche pensato di dimettersi.
A farlo desistere dal proposito, ha raccontato ancora Kouchner, è stata la preoccupazione per «lefficacia» dellazione governativa sulla questione rom, su cui lavora «da 25 anni» e di cui «bisogna assolutamente occuparsi molto di più». «È importante continuare. Andarsene, è come disertare, è accettare» ha concluso, precisando di «non avere emicranie o cefalee, né di sentirmi particolarmente depresso» riguardo alla propria posizione nellesecutivo.
Luomo simbolo dellimpegno della Francia per i diritti umani, e dellapertura politica voluta dal presidente Nicolas Sarkozy allinizio del suo mandato, ha così per la prima volta espresso in pubblico un malcontento che, a sentire le indiscrezioni riportate dalla stampa dOltralpe, durerebbe ormai da tempo, tanto da far ipotizzare a molti un suo addio al ministero in occasione dellimminente rimpasto di governo.
Additato dai suoi predecessori Hubert Vedrine e Alain Juppè per una presunta perdita di prestigio e influenza della diplomazia francese, privato di dossier cruciali come il Medio Oriente e lAfrica a favore di due dei più stretti consiglieri di Sarkozy, Claude Gueant e Jean-David Levitte, Kouchner ha però sempre negato di essere in partenza, pur ammettendo di essere in una situazione non facile con lEliseo. Il tutto mentre il governo non mostra alcuna intenzione di tornare sui suoi passi sulla questione delle espulsioni.