Esselunga a governo e Coop: «Basta ingerenze»

da Milano

«Esselunga e Coop sono due aziende inconciliabili e incompatibili», perché «sono differenti i valori delle persone», e lo sono «i modelli industriali, commerciali, logistici». Così ribatte il colosso della distribuzione alimentare milanese in una dichiarazione che oggi è in grande evidenza su «32 giornali italiani» in risposta alle avance della Coop che, secondo i vertici di Esselunga (gruppo fondato e controllato dalla famiglia Caprotti), ha lo scopo di «acquisirla» mascherando il disegno dietro «la difesa dell’italianità». La presa di posizione di Esselunga giunge a margine delle recenti dichiarazioni rilasciate da esponenti di governo e della stessa Coop, secondo i quali «va difesa l’italianità del gruppo», oppure «Esselunga deve rimanere in Italia».
«Sono infatti differenti - si legge nella nota - i modelli industriali, commerciali, logistici, i criteri alla base del business. Questa specificità consente a Esselunga di offrire un livello di qualità eccezionale che trova riscontro nell’elevato grado di soddisfazione dei suoi 3,5 milioni di clienti abituali, la maggior parte dei quali rivela un grado di fidelizzazione che non ha paragoni in Italia e in Europa».
Ma, sottolinea il gigante alimentare milanese, «sono differenti anche i valori che ispirano le persone. Duecento di queste, che hanno responsabilità nella gestione quotidiana dell’azienda, hanno manifestato la loro contrarietà all’ipotesi di integrazione con Coop».
Il disegno di Coop è quello di «acquisire Esselunga, un disegno mascherato da una strumentale difesa dell’italianità. In realtà, si vuole eliminare così il concorrente più temibile».

Per tutte queste ragioni, Esselunga «respinge con fermezza ogni tentativo d’ingerenza nelle sue scelte strategiche, scelte che dovranno innanzitutto salvaguardare l’interesse dei suoi clienti e delle persone che quotidianamente danno il loro contributo al perseguimento dell’eccellenza ed è pronta a intraprendere ogni opportuna iniziativa nelle sedi competenti a tutela della propria libertà d’impresa e dei propri interessi».

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