Finalmente Monti chiama il premier indiano: "Sui marò la giurisdizione è italiana"

Il presidente del Consiglio telefona in India e ribadisce: "La giurisdizione sui fucilieri è italiana". Resta il nodo dell'immunità: Terzi la rivendica, ma per Nuova Delhi non c'è. Su richiesta dell'Italia, si muove anche la Ue: la diplomazia europea sta trattando per arrivare a "una soluzione soddisfacente". Napolitano: "Evitare incrinature tra Italia e India, l'unica strada è quella giuridica, politica, diplomatico" GRAZIE A TUTTI I LETTORI Moltissime foto e 7mila mail per riportare a casa i Marò

Finalmente Monti chiama il premier indiano:  "Sui marò la giurisdizione è italiana"

Finalmente Mario Monti cerca di trattare direttamente con il premier indiano Manmohan Singh. Il presidente del Consiglio italiano ha chiamato al telefono il suo collega a Nuova Delhi nel tentativo di risolvere la questione dei due marò accusati dell'omicidio dei pescatori indiani. "Nel ribadire al premier indiano la massima attenzione e preoccupazione con cui il governo segue le vicende dei marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il presidente del Consiglio ha ricordato che il presunto incidente - le cui dinamiche sono ancora tutte da accertare - è avvenuto in acque internazionali e che la giurisdizione sul caso è, di conseguenza, solo italiana", si legge in una nota di Palazzo Chigi. Il premier indiano ha assicurato "che presterà la massima attenzione alle richieste del presidente Monti, a cominciare da quella sul trasferimento dei due marò dalla prigione ad altro luogo di custodia adeguato allo status dei due militari".

Oltre a quello della giurisdizione, resta il nodo dell'immunità legale. Il governo indiano continua negarla a tutti i militari impiegati a bordo delle navi con funzioni anti pirateria: "L’accordo sui Vessel Protection Detachement non si applica a livello globale", sostiene una fonte ufficiale. Dal canto suo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha ribadito che i due fucilierigodono "dell'immunità riconosciuta ai peacekeeper che operano nell’ambito delle risoluzioni Onu".

Sul caso interviene anche Giorgio Napolitano, secondo cui bisogna "evitare qualsiasi elemento di incrinatura nei rapporti di amicizia e reciproco rispetto tra Italia e India e agire con il massimo riserbo". Per il Presidente della Repubblica "l’unica via da intraprendere è quella giuridica, politica e diplomatica".

Anche l'Unione europea sta trattando con l'India per arrivare a "una soluzione soddisfacente in tempi rapidi" della vicenda. La portavoce di Catherine Ashton ha confermato che il commissario Ue per gli Affari esteri ha avviato un'azione diplomatica nonostante l'Italia resti capofila in questa operazione.

"Noi abbiamo sempre seguito la situazione in stretto contatto con le autorità italiane", precisa la portavoce. Il rappresentante italiano al Cops (Comitato politico di sicurezza dell’Ue) ha chiesto ieri l’intervento della diplomazia europea, mentre Mario Monti aveva già parlato della questione con la Ashton a inizio mese. Questa mattina l'Europa è intervenuta "al più alto livello diplomatico".

A invocare l'aiuto dell'Europa è anche Staffan de Mistura, in India per fare pressione sulle autorità locali.

Il sottosegretario agli esteri sottilinea che "al pressing sul posto va accompagnata una forte iniziativa nelle sedi internazionali, quelle europee in particolare. È importante il coinvolgimento dei partner europei perché questi nostri marò non sono solo militari italiani ma europei".

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