Irak, Obama pronto a inviare fino a 300 consiglieri militari

275 uomini sono già stati inviati a difesa delle sedi diplomatiche a Baghdad. La Casa Bianca non manderà truppe, ma è pronta ad "azioni mirate"

Irak, Obama pronto a inviare fino a 300 consiglieri militari

Gli Stati Uniti - lo aveva spiegato il presidente Barack Obama in un discorso dalla Casa Bianca - non hanno intenzione di impiegare truppe in Irak, per rispondere alla crisi in atto con gli estremisti dello Stato islamico dell'Irak e del Levante (Isis), da giorni in controllo di diverse città importanti del Paese.

Finora soltanto 275 uomini sono stati destinati a Baghdad, con il compito di difendere l'ambasciata e le sedi diplomatiche americane se i jihadisti riuscissero nel loro intento di dare l'assalto alla città, come hanno fatto nell'area settentrionale e centrale del Paese, conquistando senza sforzo città come Mosul e Tikrit.

Una novità è arrivata questa sera, quando Barack Obama è tornato a parlare della crisi irachena dalla Casa Bianca, al termine di un incontro con il team per la sicurezza nazionale. Una riunione durata più del previsto, che ha costretto il presidente a spostare il discorso dalle 18.30 alle 19.15.

Come già avevano rivelato indiscrezioni della Cnn, il presidente ha annunciato l'invio di membri delle forze speciali, fino a trecento, da impiegare come consiglieri militari e nel raccogliere informazioni d'intelligence sul territorio. Gli uomini potrebbero essere utili anche nel caso di raid aerei, per fornire dati preziosi sugli obiettivi da colpire.

Obama ha chiarito che gli americani non torneranno a combattere in Irak e che gli Stati Uniti, se sarà necessario, sono pronti ad "azioni mirate" per colpire l'Isis. Nei giorni scorsi la portaerei George H.W. Bush è stata spostata nel Golfo Persico, nell'eventualità di attacchi aerei.

Obama ha detto che "decidere i leader dell'Irak" non è compito degli Stati Uniti, rispondendo a chi parlava di pressioni per sostituire l'attuale primo ministro Nouri al-Maliki e ribadito che è necessario trovare il modo per mettere da parte le profonde visioni che ci sono tra sciiti, sunniti e curdi e arrivare alla

"formazione di un nuovo governo" in base ai risultati elettorali.

Questa settimana il segretario di Stato John Kerry partirà per una serie di incontri con i principali alleati statunitensi in Europa e Medio Oriente.

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