Gli estremisti del dirigismo

Il leader degli artigiani, Giorgio Guerrini, è un moderato e ha definito ieri la misura che sta per varare il governo «sovietica». Mentre Prodi celebrava il suo primo anno di vita, a due passi il sottosegretario al lavoro incontrava una pattuglia di rappresentanti del mondo produttivo. La novità - ha raccontato - è che dal primo luglio vi diremo noi quanti dipendenti dovranno assumere le vostre imprese per non essere considerate fuori legge. Con la Finanziaria è stata approvata (commi 1173 e 1174) una norma contro il lavoro sommerso. E il ministero del Lavoro, nell’attuarla, si è inventato gli «indici di congruità». In buona sostanza un artigiano, un commerciante, un’impresa edile dal primo luglio si troverà incasellata in una precisa categoria (per fatturato, localizzazione, attività e altri parametri da individuare) e ad ogni categoria spetterà un numero minimo di dipendenti. Saranno banditi i furbi: se il bar dell’angolo fattura X non potrà avere meno di dipendenti Y. Anche se i suoi dipendenti sono più bravi ed efficienti. E così via, per tutta l’economia. I nostri lettori non si stupiscano: il principio è già applicato per i ricavi. Si chiamano «studi di settore» e individuano una fascia di ricavi per ogni tipo di impresa sotto i quali vi è una presunzione di evasione. Adesso il principio varrà anche per i propri dipendenti. L’avvio sarà graduale: prima alcuni settori e poi per tutti. Chi dovesse essere fuori dagli indici di congruità non potrà, in prima battuta, ottenere una serie di agevolazioni previste dalle leggi, oltre ovviamente a beccarsi subito una verifica degli ispettori del lavoro. La misura oltre che essere sovietica è tipica di una cultura anti-industriale di questo governo. Mentre artigiani e commercianti hanno perfettamente colto questo spirito governativo, la Confindustria anche in questa occasione sembra stare un passo indietro. È pur vero che anche essa ha denunciato mesi fa in audizione al Parlamento il rischio «indici di congruità», ma ieri ha tenuto un profilo basso. Nel frattempo ci sono stati gli aiuti statali per il prepensionamento nelle grandi imprese (Fiat in primis) e le rottamazioni varie (compresi i frigoriferi).
Strumenti che non fanno ripartire l’economia. Nell’anno di governo Prodi, piuttosto (dati Sole24Ore) la pressione tributaria è salita di 35 miliardi di euro. Senza calcolare gli aumenti dei contributi sociali e delle tasse locali. In rapida successione si è aumentata l’Irpef, resi più duri gli studi di settore, reintrodotta la tassa di successione, peggiorato il trattamento fiscale di auto e immobili per le aziende e costruito il grande fratello fiscale che tiene traccia dei nostri rapporti con banche e fondi.

In cambio il cuneo fiscale, ancora congelato e soggetto al via libera Ue. E adesso arriva il numero di dipendenti fissato per legge. Riformatori, liberali, Bersani, Bonino, Capezzone, Padoa-Schioppa (?) se ci siete battete un colpo.

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