"Bruxelles non ha capito, cambi strada. Il Ppe continui il pressing per fermarla"

Il presidente di Ara Guido Guidesi: "Così saltano aziende e occupati"

"Bruxelles non ha capito, cambi strada. Il Ppe continui il pressing per fermarla"
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«Ancora una volta la Commissione Ue ha mostrato un atteggiamento dirigista, centralista e impositivo che non aiuta, rifiutando il confronto con il territorio. Avevamo condiviso una serie di proposte che si sarebbero rivelate utili alla presidente von der Leyen se ci avesse inclusi nella discussione di domani. Le Regioni europee che fanno parte dell'Alleanza hanno accolto malissimo l'esclusione dal Dialogo strategico dell'organismo che rappresenta 40 territori dal tessuto industriale automotive».

Guido Guidesi, assessore lombardo allo Sviluppo economico, ha presieduto ieri a Monaco di Baviera l'assemblea dell'Ara. L'incontro è avvenuto all'indomani della decisione della presidente Ursula von der Leyen di tagliare l'Ara dal Dialogo strategico di domani a Bruxelles, presenti i capi delle case auto e della componentistica, ma anche di associazioni e lobby green, le stesse che hanno condizionato le scelte della Commissione a favore di una mobilità solo elettrica dal 2035 e che da giorni lanciano strali contro possibili cambiamenti.

Presidente Guidesi, il rischio è che la riunione, visti i partecipanti, rischi di finire con un nulla di fatto.

«Mi auguro che domani costruttori e componentisti dicano in maniera forte che bisogna cambiare rotta. Non si potrà uscire, infatti, senza risultati concreti, magari affermando che occorre attendere i dati del mercato o la disponibilità di auto più piccole. O si cambia e si modifica o sarà il disastro. Prendere ancora tempo vuol dire accompagnare il suicidio».

Von der Leyen parla di neutralità tecnologica ma afferma che il futuro dell'auto in Europa è elettrico e che, per contrastare la Cina, serve una e-car economica fatta in casa.

«Le strade possono essere tante e non solo quella dell'elettrico. Se si ritiene di raggiungere la mobilità a impatto zero solo così, l'obiettivo arriverà, ma grazie ai cinesi. Basta guardare al mercato e prenderne atto. Far passare il principio che la strada imposta dall'alto sia sempre quella giusta, vuol dire far vincere chi fa la stessa cosa e la fa costare meno. Si investa e si scommetta, invece, sulle persone e sulle aziende».

Concetto alla base della vostra proposta.

«Sì. Spingere territori, imprese, cluster e atenei a mettere in campo tutto ciò che possono su ricerca e innovazione affinché si arrivi, il prima possibile, agli obiettivi green, tutelando aziende e occupati».

Previsti investimenti di 1,8 miliardi per batterie made in Europa, ma le materie arrivano dalla Cina.

«Annuncio già sentito sotto varie denominazioni, tipo gigafactory. La realtà è che le aziende europee non sono competitive perché la Commissione non le mette nelle condizioni di esserlo. A limitarle sono regole stupide e fuori dal contesto economico».

Weber dice sì alla revisione dello stop ai motori tradizionali. Ma von der Leyen è sostenuta dal suo Ppe

«Dico a Weber di andare avanti: occorre che la Commissione cambi la strada impostata prima che sia troppo tardi. All'interno del gruppo Ppe è stato approvato un documento che ricalca le nostre posizioni».

E far saltare la presidente della Commissione Ue?

«Avanti così saltano sicuramente aziende e lavoratori«.

In caso di flop del Dialogo, tutti in piazza a Bruxelles?

«Se è l'unico modo per essere ascoltati, si farà così».

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