Von der Leyen attacca la Cina: "Pratiche sleali". E arruola Draghi: ecco il nuovo incarico

La Commissione Ue avvia un'indagine anti-sovvenzioni nel settore elettrico dei veicoli provenienti da Pechino. L'incarico a Draghi per un rapporto sulla competitività della Ue

Von der Leyen attacca la Cina: "Pratiche sleali". E arruola Draghi: ecco il nuovo incarico

In occasione del suo discorso sullo Stato dell'Unione Ursula von der Leyen ha annunciato una notizia che di certo non può passare in secondo piano: la Commissione europea sta avviando un'indagine anti-sussidi nel settore elettrico dei veicoli provenienti dalla Cina. Il presidente - cogliendo al balzo l'appuntamento particolarmente atteso in vista delle elezioni europee che si terranno tra il 6 e il 9 giugno 2024 - ha toccato diversi punti importanti al centro dell'agenda delle priorità dell'Unione europea. Dal nuovo ruolo per Mario Draghi al Green Deal passando per l'immigrazione: ecco i punti salienti del suo intervento.

L'indagine sulle auto elettriche

Von der Leyen ha annotato che i mercati globali sono inondati di auto elettriche cinesi più economiche e ha puntato il dito contro i prezzi "mantenuti artificialmente bassi da ingenti sussidi statali". Si tratta di una situazione che, dal punto di vista di von der Leyen, "distorce il nostro mercato" e che pertanto "non lo accettiamo dall'esterno". Il presidente della Commissione ha ribadito che l'Europa è certamente aperta alla concorrenza, escludendo ovviamente la cosiddetta corsa al ribasso.

"Dobbiamo difenderci dalle pratiche sleali", ha tuonato. Quello delle auto elettriche è un settore cruciale per l'economia pulita che, in determinate circostanze, può vantare un potenziale di rilievo per l'Europa. La Commissione ha deciso di muoversi dando il via all'indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti da Pechino. Una decisione inevitabile alla luce dell'aumento delle vendite di auto provenienti dalla Cina che ha innescato la preoccupazione da parte delle case automobilistiche europee.

Non va dimenticato che in diverse occasioni le nostre aziende sono escluse dai mercati esteri e finiscono vittime di pratiche che sono state definite "predatorie". Il risultato? Di fatto vengono indebolite dai concorrenti che a loro volta beneficiano di ingenti sussidi statali. Ecco perché sarebbe imprescindibile ricordare il modo in cui le pratiche commerciali sleali della Cina hanno avuto un impatto sulla nostra industria solare. A stretto giro è arrivato il commento di Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture: "La Lega denuncia questo rischio da anni, l’Europa si sveglia adesso. Distratti, incompetenti o complici?".

La concorrenza

Qui entra in ballo l'importanza dell'equità nell'economia globale, visto che ha un certo peso di influenza sulla vita e sui mezzi di sussistenza. Resta fermo un principio cardine: la concorrenza globale è positiva per gli affari della nostra industria e delle nostre aziende tecnologiche. C'è comunque un paletto, una condicio sine qua non: "La concorrenza è vera solo finché è leale". Su questo il presidente della Commissione europea ha assicurato di non aver dimenticato il modo in cui le "pratiche commerciali sleali" della Cina hanno influenzato la nostra industria solare.

Allo stesso tempo von der Leyen ha voluto precisare che questo non deve tradursi nella chiusura delle linee di comunicazione e di dialogo con la Cina: a suo giudizio è fondamentale mantenerle aperte in quanto "ci sono anche temi in cui possiamo e dobbiamo collaborare". A tal proposito ha reso noto quello che sarà il suo approccio con la leadership cinese in occasione del vertice Ue-Cina di fine anno: "Eliminare i rischi, non disaccoppiarli".

Il nuovo ruolo per Draghi

Von der Leyen ha indicato il lavoro, l'inflazione e l'ambiente commerciale come le tre sfide principali che si presentano in un momento in cui si chiede anche all'industria di portare avanti la transizione pulita. Un obiettivo da centrare senza perdere di vista la competitività. Per questo ha fatto sapere di essersi rivolta a Mario Draghi, "una delle grandi menti economiche europee": l'ex presidente del Consiglio avrà il compito di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. "Perché l'Europa farà 'whatever it takes' per mantenere il suo vantaggio competitivo", ha affermato.

L'immigrazione

Per il presidente della Commissione Ue va rimarcata l'importanza della sicurezza e dell'umanità nell'approccio al tema dell'immigrazione. Su questo punto ha dichiarato che un accordo sul patto "non è mai stato così vicino", imputando al Parlamento e al Consiglio la storica opportunità di superare il limite: "Dimostriamo che l'Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole".

"Quando siamo entrati in carica, sembrava che non ci fosse alcun compromesso possibile in vista", ha aggiunto. Tra le altre cose ha rivendicato con orgoglio il partenariato con la Tunisia che è stato firmato e che apporta "vantaggi reciproci" oltre la migrazione, come ad esempio l'energia e l'istruzione. Inoltre ha comunicato che la volontà è quella di lavorare su accordi simili anche con altri Paesi.

Il Green Deal

Il Green Deal viene visto come un'opportunità imperdibile per una transizione giusta ed equa, ma non si può perdere di vista il supporto all'industria europea. Sarebbe un errore imperdonabile che rappresenterebbe un vero e proprio autogol. "Continueremo a sostenere l'industria europea durante questa transizione", ha assicurato von der Leyen.

Che non demorde affatto sulla strategia del Green Deal, garantendo che industria e cittadini non saranno lasciati soli. "La transizione è essenziale per la competitività futura dell'Europa. Deve essere giusta. Nessuno sarà lasciato indietro", ha spiegato.

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