
Fermare il business dei trafficanti di uomini, rendere questo mercato più difficile senza per questo compromettere i diritti di chi cerca asilo. È questo il senso della proposta che il premier Giorgia Meloni sta avanzando nella riunione informale sul tema migranti a margine del Consiglio europeo insieme ai primi ministri danese, Mette Friedriksen, e olandese, Dick Schoof.
Nei giorni scorsi la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha tracciato la linea: lista Ue dei Paesi sicuri entro il 2025, il che vuol dire sì al trattenimento dei richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta per massimo 48 ore prima dei rimpatri, anche in "returns hubs" in Paesi terzi extra Ue come l'Albania. Un modello a cui si sta lavorando per trovare uj quadro giuridico da presentare al Parlamento europei nei primi mesi del 2025, alla vigilia della sentenza della Corte di giustizia Ue sui Paesi sicuri che potrebbe anche dare ragione all'Italia e rilanciare l'hotspot di Gjader.
È la stessa premier Giorgia Meloni che, oltre a sostenere "la rapida presentazione e finalizzazione della nuova proposta legislativa", si è soffermata sulla rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare, soprattutto per spezzare il "modello di business" dei trafficanti di esseri umani e, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale.
Oltre a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all'incontro i Leader di Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Svezia e Ungheria, con cui si lavora anche al rafforzamento dell'azione europea lungo le rotte migratorie con Unhcr e Iom in tema di rimpatri volontari assistiti, con l'obiettivo di rafforzare e rendere sempre più efficace la politica migratoria dell'Unione Europea
Anche Mattarella ha ragione, il diritto di asilo è sacrosanto.
Però il diritto d'asilo non è un diritto universale tout court.
Si concede nei casi previsti dalla legge.
E se è pur vero che al perseguitato (politico, religioso, di opinione etc. etc.) non è che si possa sempre chiedere di arrivare con tanto di passaporto e VISA, è altrettanto vero che la maggior parte dei "naufraghi" o ddi coloro che arrivano per la rotta "balcanica" non sono perseguitati.
"i giudici possono valutare se un Paese sicuro per un richiedente asilo lo è davvero e possono “disapplicare” i decreti sui Paesi sicuri, se ci sono ragioni che minano l’incolumità di chi cerca protezione internazionale."
Quindi tutte le accuse contro i giudici che hanno sentenziato che il decreto "paesi sicuri" è contrario alle norme Ue e nazionali, fatte da esponenti della maggioranza, sono di nuovo smentite.
Hanno ragione i giudici.