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"Grazie Meloni, che schiaffo in faccia per Macron": le Figaro loda l'iniziativa del premier italiano

Il quotidiano francese parla dell'altissimo livello di tensione che si sta vivendo a Parigi in questi giorni

"Grazie Meloni, che schiaffo in faccia per Macron": le Figaro loda l'iniziativa del premier italiano
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Non è di certo un bel momento quello che sta vivendo in patria Emmanuel Macron, costantemente al centro delle polemiche e di recente finito ancora una volta nell'occhio del ciclone a causa delle vicende inerenti il tanto temuto accordo di libero scambio che ha portato all'ondata di proteste degli agricoltori partita dalla Francia e giunta fino a Bruxelles.

Il rinvio al Mercosur è arrivato anche grazie alle perplessità sul trattato e alla contrarietà espresse da Giorgia Meloni e Victor Orban, rappresentanti di quell'"ideologia sovranista" tanto avversata dal presidente della Repubblica francese: ora proprio grazie all'assist fornito da due dei suoi avversari politici Macron è riuscito a salvare la faccia e ad allentare le fortissime tensioni che si respirano in patria proprio a causa dell'incombere di un accordo valutato infausto dagli agricoltori, ma servirà ben altro che un rinvio per riportare tutti alla calma. Resta la soddisfazione, tra i detrattori del capo dello Stato, del "ceffone" ideologico da lui incassato col sorriso, che ha tuttavia messo a nudo ancora una volta la sua incapacità di far fronte a un'emergenza nazionale senza ricevere una spintarella.

"Grazie Meloni, grazie Orbán. Che schiaffo in faccia che Emmanuel Macron debba il rinvio della firma dell'accordo di libero scambio con il Mercosur al sostegno dei capi di governo italiano e ungherese, i suoi anti-modelli europei”, scrive sulle colonne de Le Figaro Guillaume Tabard. “Un po' di pace in Francia: in un momento in cui abbondano problemi e fasi di stallo, vale bene un'alleanza temporanea con leader di cui solitamente critica i riflessi nazionalisti. E alleati con cui abbondano i disaccordi sono meglio che avere nessun'alleanza”, affonda ancora il giornalista. Il sospiro di sollievo (temporaneo) non nasconde comunque l'incapacità di Macron, visto che, prosegue Tabard, "è un eufemismo dire che, dallo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, nel giugno 2024, l’occupante dell’Eliseo sembra aver perso il controllo delle politiche pubbliche".

La tensione che si registra a Parigi era sfociata lo scorso giovedì a Bruxelles con le accesissime proteste degli agricoltori, molti dei quali provenienti proprio dalla Francia, in Place du Luxembourg, dinanzi al Parlamento Europeo. I 10mila manifestanti, arrivati allo scontro con le locali forze dell'ordine, stavano esprimendo tutta la propria avversione nei confronti del Mercosur, l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e quattro Paesi sudamericani, ovvero Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Tuttavia, mentre la Von Der Leyen cercava di arrivare al tanto agognato 65% per volare oltreoceano e ratificare il trattato, le posizioni di Francia e Polonia, favorevoli al rinvio, hanno ricevuto il più che tempestivo sostegno del nostro Paese e dell'Ungheria.

Grazie Giorgia Meloni, secondo cui non erano presenti nel trattato sufficienti garanzie per gli agricoltori, tutto è rimandato al 2026, ma i nodi da sciogliere per arrivare a una chiusura dell'accordo sono tantissimi: dalle carni trattate con ormoni all'utilizzo di pesticidi, fino ad arrivare ai costi più ridotti dei prodotti per via del basso costo della mano d'opera in Sud America, sono numerosi i punti che alimentano le preoccupazioni degli agricoltori europei.

Macron, spiega Le Figaro, rimane quindi a galla solo per aver messo da parte il suo "Macronismo": "Per il bene degli agricoltori non si può che accogliere con favore la conversione di Macron ad un patriottismo

esigente, tipico di Giorgia Meloni", scrive ancora Tabard, "per evitare di aggiungere un ulteriore motivo di ostilità nei suoi confronti, questo aggiornamento della sua ortodossia europea era necessario".

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