Europa

Di Maio inviato nel Golfo Persico: arriva il primo ok dell'Ue. L'ira della Lega

Dopo la nomina proposta dall'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, il Cosp (composto dai 27 ambasciatori della Comunità) l'ha ratificata

Di Maio inviato nel Golfo: arriva il primo ok dell'Ue. L'ira della Lega

È stata ratificata la nomina di Luigi Di Maio a rappresentante speciale dell'Ue nel Golfo da parte del Comitato Politico e di Sicurezza dell'Ue (Cops). L'organismo, che è composto dai Rappresentanti dei 27 Stati membri della Comunità, ha preso atto della decisione avanzata dall'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, senza alcun tipo di discussione sul punto. In teoria, infatti, è stata la lettera con cui il commissario spagnolo ha proposto ai 27 la nomina dell'ex capo della Farnesina a chiudere il dibattito sul dossier.

Una volta registrato l'assenso del Cops, il faldone della nomina adesso passerà al Gruppo dei Consiglieri per le relazioni esterne (il cosiddetto Relex), che si occupa delle questioni giuridiche, finanziarie e istituzionali relative alla politica estera e di sicurezza europea. Questo organo avrà il compito di definire tutte le questioni amministrative e regolamentarie che andranno a definire il ruolo di Di Maio. La nomina approderà, dunque, alla riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 (Coreper) e - pochi giorni dopo - dovrà essere il Consiglio Ue a confermare definitivamente il nuovo ruolo conferito all'ex ministro degli Esteri nei governi Conte 2 e Draghi.

Le grane di Di Maio quando si insedierà

La procedura di ratifica, in teoria, non prevederebbe dibattitti. In caso positivo, quindi, Di Maio entrerà in carica come inviato Ue nel Golfo a partire dal prossimo 1° giugno. Il suo mandato si concluderà non prima del 28 febbraio 2025. Intanto, nelle scorse ore, la commissione Affari Esteri dell'Eurocamera ha approvato all'unanimità la richiesta dell'eurodeputata leghista Susanna Ceccardi di convocare un rappresentante del Consiglio Ue a riferire sulla nomina davanti a tutti gli eurodeputati. Il presidente della commissione dovrà ora notificare la richiesta alla presidenza del Parlamento europeo. Se approvata, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, l'audizione potrebbe avvenire già nelle prime settimane di maggio.

Luigi Di Maio verrà chiamato a sintetizzare la posizione dell'Ue di fronte a governi come quello saudita, iraniano, emiratino o qatarino. Non sarà per nulla semplice, stanti le differenti visioni che sussistono all'interno dell'Unione europea. Il fattore energetico sarà cruciale: del resto, con la guerra in Ucraina, Bruxelles si è rivolta anche al Golfo Perisco - a cominciare dal Qatar - per ottenere più gas. Fondamentale si rivelerà il rapporto con i fondi sovrani di quella regione che stanno moltiplicando i propri incassi con l'impennata dei prezzi del petrolio. L'ex capo del Movimento 5 Stelle dovrà tenere conto anche del Qatargate: tra l'irrigidimento delle regole dell'Europarlamento e la necessità di mantenere delle strettissime relazioni con le capitali dell'area, trovare un equilibrio sarà piuttosto complicato per Di Maio.

L'ira della Lega

Oltre all'iniziativa intrapresa a Bruxelles dall'europarlamentare Ceccardi, fonti della Lega insistono fortemente sulla inopportunità dell'invio dell'ex ministro italiano dello Sviluppo economico nel Golfo Persico. L'ipotesi di Luigi Di Maio rappresentante speciale dell'Ue nel Golfo, si legge in'un agenzia Ansa, "continua a rappresentare una grave mancanza di rispetto verso gli elettori italiani - che ne hanno bocciato sonoramente l'operato - verso il governo italiano che non lo sostiene e verso i tanti bravi diplomatici italiani che avrebbero avuto le carte in regola per ambire al ruolo". Un giudizio che ricalca quanto già era stato espresso da Matteo Salvini qualche giorno fa, subito dopo la comunicazione della scelta di Borrell: "Con tutti i diplomatici di carriera che hanno fatto tanto in Italia ed in Europa mandare a mediare il signor Di Maio Luigi è curioso.

Non è l'unica iniziativa curiosa da parte delle istituzioni europee che sono più ideologiche che pragmatiche".

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