Quattro mesi in carcerazione preventiva. Arrestata ancora prima del processo. In un solo istante Eva Kaili perde libertà e titolo: finisce al centro della bufera mediatica per il Qatargate. Addio alla vicepresidente del Parlamento europeo. La socialista greca, intervistata da Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, ha raccontato quei momenti difficili. Ha adottato una sorta di modalità di sopravvivenza: "Sono stata tenuta in isolamento per qualche giorno, con la luce sempre accesa. Era freddissimo".
Kaili ha lamentato il fatto che nei primi giorni non ha potuto contattare i suoi avvocati e di non aver avuto accesso ad alcun documento della causa. Così come non ha potuto vedere né parlare con sua figlia: "Per diverse settimane sono stata allontanata da lei che aveva solo 22 mesi". Non c'era solo la pressione fisica: a pesare era anche l'aspetto psicologico. E ha rivelato un dettaglio agghiacciante: "Mi minacciavano dicendo che mia figlia sarebbe stata presa dai servizi sociali". La svolta è arrivata dopo che alcuni quotidiani, analizzando la situazione che si era creata, avevano paragonato il Belgio alla Bielorussia. "E così all'improvviso ho potuto vedere mia figlia, e qualche tempo dopo sono pure potuta tornare a casa", ha fatto notare Kaili.
A fare scalpore nella vicenda è stata soprattutto la valigia con migliaia di euro che l'ex vicepresidente del Parlamento Ue aveva chiesto a suo padre di portare in un albergo. "Lo stesso giorno ho letto sui quotidiani belgi che c'era questa causa che riguardava Panzeri. Francesco (compagno di Kaili ed ex assistente parlamentare di Panzeri, ndr) è stato convocato per un interrogatorio. La prima cosa che mi è venuta in mente, istintivamente, è essere certa che questo denaro fosse restituito a Panzeri", ha spiegato Kaili.
La socialista greca ha tenuto a precisare che non si tratta di una sua opinione, ma che il tutto è basato sulle intercettazioni: "Potete sentire che i soldi sono suoi. Lui fa delle attività di consulenza per cause umanitarie. Potrebbe sembrare insolito, ma lui ammette che 'sono miei soldi, sono pagamenti per me'. Lo ammette lui stesso". La domanda però sorge spontanea: se era già tutto chiaro nelle intercettazioni, allora per quale motivo è stata arrestata Kaili?
Ed è proprio su questo punto che l'ex vicepresidente del Parlamento europeo è andata all'attacco, parlando di "scandalo giudiziario". Lo ha fatto senza usare mezzi termini, lanciando un'accusa pesantissima: "C'è stato uno sforzo per creare una spettacolarità in un caso che in realtà non stava in piedi, per alimentare i grandi titoli e le prime pagine. Hanno deciso quale doveva essere il titolo e hanno cercato delle prove per giustificare questi titoli".
C'è un altro punto, politico: l'immunità parlamentare serve per far sì che i politici mantengano la propria carica indipendentemente dal potere giudiziario. Di recente il Parlamento europeo ha salvato Ilaria Salis, mentre nel caso di Kaili il centrosinistra non adottò un atteggiamento di protezione. La politica greca anche in questo caso non le ha mandate a dire: "Hanno una sensibilità e una solidarietà molto selettive, sulla base della convenienza politica. Se la stessa cosa fosse successa in Ungheria a me, sicuramente mi avrebbero protetta. Però è successa in Belgio, e quindi hanno lasciato il Parlamento senza difesa".
Ecco perché ha reputato "molto ipocrita" il fatto che abbiano assunto questa posizione. Mentre ha tenuto a ringraziare Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia: "È stata l'unica donna che mi ha difeso, ha deciso di opporsi a questa opinione corrente".