
Google dovrà pagare 2,95 miliardi di euro per avere violato le regole antitrust dell'Unione Europea. Lo ha annunciato oggi la Commissione europea che ha così voluto punire la Big Tech americana per aver distorto la concorrenza nel settore delle tecnologie pubblicitarie favorendo i propri servizi a danno della concorrenza.
Questa distorsione del mercato sarebbe andata avanti dal 2014 fino ad oggi. La Commissione Europea ha ordinato a Google di porre fine ai suoi conflitti di interesse intrinseci lungo la catena di fornitura dell'adtech. Ora Google avrà due mesi per informare Bruxelles su come intende procedere. La multinazionale americana del Tech ha già annunciato che presenterà ricorso. "Si impone una sanzione ingiustificata e si richiedono modifiche che danneggeranno migliaia di aziende europee, rendendo più difficile per loro generare profitto", ha detto in una nota Lee-Anne Mulholland, vicepresidente e responsabile globale degli affari regolamentari di Google. "Non c'è nulla di anticoncorrenziale nel fornire servizi ad acquirenti e venditori di pubblicità, e ci sono più alternative ai nostri servizi che mai", ha spiegato il manager.
Secondo indiscrezioni giornalistiche, il commissario Ue al Commercio Maroš Šefčovič, nei giorni scorsi, si sarebbe opposto all'emissione della multa, e anzi avrebbe proposto di sospenderla per non peggiorare i già fragili rapporti tra l'Europa e gli Stati Uniti perché a Bruxelles si teme che il presidente Donald Trump possa usare la minaccia dei dazi come arma di pressione. L'indiscrezione non è mai stata smentita. "Google deve ora proporre una soluzione seria per risolvere i suoi conflitti di interesse e, se non ci riuscirà, non esiteremo a imporre misure drastiche", ha dichiarato in una nota la vicepresidente esecutiva della Commissione europea Teresa Ribera. "La democrazia può ancora dominare la tecnologia.
L'Europa dimostra di non essere condannata a subire, ma di essere capace di fissare e soprattutto far rispettare regole giuste al servizio dei suoi cittadini. Oggi la Commissione lo ha fatto", ha detto Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito Democratico Europeo.