Milano. Gli arbitri alle bufere sono abituati, a quelle calcistiche-regolamentari però. Più difficoltà le trovano invece in quelle giudiziarie, come Gabriele e Palanca che vennero tirati in ballo un anno fa nel calcio scommesse, furono costretti a starsene a guardare e, cancellate le pregiudiziali nei loro confronti, solo il 19 dicembre tornarono baldanzosamente a dirigere gare di A e B. Questa volta a chiamare i fischietti in causa sono state le intercettazioni ambientali effettuate dalla Guardia di Finanza di Livorno che riguarderebbero la stagione 2002/03.
Le fiamme gialle, a caccia di tangenti, registrarono la conversazione di due personaggi del calcio, uno dei quali esperto di arbitri, che si sarebbero confidati le presunte debolezze ai regali e ai soldi di cinque arbitri, uno dei quali tuttora in attività. Sbobinati i nastri, il tutto venne passato per competenza alla Procura di Roma, per competenza sulla Federcalcio, con i pm Ettore Torri e Luca Palamara che allertarono subito il generale Italo Pappa, responsabile degli 007 dellUfficio indagini.
Accertata lidentità dei due interlocutori sugli arbitri corruttibili, si aspetta da un momento allaltro che la Procura ne comunichi i nominativi per considerarli indagati per «frode in ambito sportivo» e per permettere alla giustizia sportiva di procedere in modo celere e tempestivo. Nel calcio un tesserato che cerca di comprare un arbitro, si ritroverebbe con la sanzione più pesante per corruzione sportiva (art. 1 del codice di giustizia sportiva), così come larbitro corrotto incorrerebbe (art. 38 del regolamento Aia) nel «ritiro della tessera», in pratica la radiazione.
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