Investire sul capitale umano delle università e ampliare il potere comunicativo della Regione sugli atenei. La Lombardia scommette su ricerca e «federalismo universitario». Sono queste le premesse che hanno portato alla sottoscrizione dellaccordo, siglato insieme alle 12 università lombarde, che prevede la distribuzione di 61 milioni di euro per sostenere le attività dei giovani ricercatori, sponsorizzare la loro permanenza allestero per periodi di studio e formazione e promuovere progetti con imprese per tradurre le idee innovative sviluppate in realizzazioni concrete. Lidea è quella di allontanare lo spauracchio della cosiddetta «fuga dei cervelli».
«Si tratta di un'alleanza di sistema che mostra la volontà di Regione Lombardia e del mondo della ricerca di affrontare e vincere insieme nuove sfide decisive per il nostro futuro. Abbiamo voluto assumerci questa responsabilità comune per migliorare la competitività del sistema economico e produttivo lombardo, proprio in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando. Il segnale da dare è proprio quello di un innalzamento della qualità e quantità del capitale umano - ha spiegato Formigoni -. Nelle università lombarde è presente un forte potenziale, che deve però trovare più possibilità di esprimersi compiutamente, mentre in questo momento appare limitato dai vincoli eccessivi imposti dalla normativa nazionale. C'è dunque la volontà di giungere a una semplificazione legislativa anche in questo settore, per competere sempre meglio nell'attirare i migliori cervelli e realizzare attività didattiche e di ricerca di elevato livello qualitativo».
Ma i progetti della Regione si sviluppano anche nella via del dialogo con gli atenei. Il Pirellone infatti punta allaumento delle autonomie universitarie attraverso la mediazione dellente regionale come interlocutore privilegiato. In altre parola una forma di «federalismo universitario»: «A questo proposito - continua Formigoni - è giunto il momento che le competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni in materia di università siano passate alle Regioni che le sappiano e le vogliano gestire. Chiediamo quindi che i fondi siano attribuiti alle Regioni e gestiti da queste in autonomia. Solo così potremo ottenere che le università virtuose, come quelle lombarde, possano avere i fondi che spettano loro sulla base del merito e dei risultati ottenuti».
La proposta piace ai rettori: «In prospettiva del federalismo fiscale, un rapporto più attivo tra università e sistema regionale è sempre più essenziale - spiega Enrico.
Decleva, rettore dell'Università degli studi di Milano: «La prospettiva di cui ha parlato Formigoni è importante e delicata. Certamente un rapporto molto più attivo tra gli atenei e il sistema regionale è sempre più strategico. Poi come si possa configurare è un tema da affrontare».
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