Cronaca locale

«Con Ferrante città commissariata»

Tabacci: «È una persona degnissima ma non appartiene alla normalità della politica»

Paolo Bracalini

«Il centrosinistra ha scelto di commissariare Milano con una degnissima persona. Grande rispetto per i commissari, ma appartengono all’eccezionalità non alla normalità politica». Bruno Tabacci attacca la candidatura di Bruno Ferrante a sindaco di Milano e la risposta dell’ex prefetto non si fa attendere: «Mi pare una visione molto limitata. Sono un cittadino che ha svolto in passato una professione ma che oggi mette a disposizione della città e delle sue forze politiche la sua esperienza e capacità».
La presentazione dell’ultimo libro dell’ex sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri, «L’estate del nostro scontento» è l’occasione perfetta per accendere più di una scintilla politica, dal prossimo sindaco di Milano alla devoluzione, al ruolo della Cei, al peso delle banche in Italia e al progetto della «Rosa nel pugno» di socialisti, liberali e radicali. Seduti al tavolo dei relatori ci sono Marco Pannella, Enzo Carra, Bruno Tabacci, Oscar Giannino e in collegamento Lino Jannuzzi. Paolo Pillitteri accoglie Ferrante con una battuta: «Hai le physique du rôle per fare il sindaco». Risposta dell’ex prefetto: «Il fisico ce l’ho, bisogna vedere se ho anche il resto». Poco dopo Pillitteri chiarisce il suo pensiero: «La sinistra si è affidata al prefetto, la destra a una signora che fa il ministro della scuola. Due ottime persone ma non hanno una loro storia politica». E sulla polemica nata dalla decisione del consiglio comunale di assegnare la massima onorificenza milanese a Oriana Fallaci spiega: «Da sindaco avrei assegnato l'Ambrogino d'oro alla Fallaci. Non condivido le sue opinioni ma è una donna coraggiosa ed è giusto premiarla».
Marco Pannella tra Letizia Moratti e Bruno Ferrante sceglierebbe invece Umberto Veronesi. «Non si candida? Vabbè, risponde lo stesso Veronesi». Su Cei e devoluzione il leader radicale si chiede: «Sta alla Cei dare libertà di voto sulla devoluzione? Sono cose dell'altro mondo». E ancora sulla devoluzione, Bruno Tabacci annuncia di voler organizzare dei comitati per il no al referendum: «Ci vuole un'assemblea costituente – dice il deputato dell’Udc -.

Non si può cambiare la costituzione a ogni cambio di maggioranza».

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