La Ferrario fa la vittima coi colleghi: «Umiliata come giornalista e donna»

RomaReintegrata e incavolata. Tiziana Ferrario non riesce a godersi il regalo natalizio del Tribunale del lavoro, che l’ha reinstallata alla conduzione del Tg1 dalla quale era stata allontanata dal direttore Augusto Minzolini, e grida all’umiliazione in quanto «giornalista e donna», come scrive in un dazebao affisso l’ultimo giorno del 2010 nella bacheca di Saxa Rubra. Una lettera aperta, destinata a tutti i colleghi, nella quale la bionda telegiornalista sembra soprattutto - e con un po’ di femminile vanità - preoccupata di uscire da questa vicenda vincitrice nella sostanza ma mortificata nella forma, descritta com’è stata quale una vecchietta attaccata alla poltrona più importante del giornalismo televisivo italiano, la conduzione del Tg della rete ammiraglia di mamma Rai. «Sono stati mesi di grande solitudine e di dolorosa umiliazione - scrive la Ferrario - che ancora continua a causa delle dichiarazioni del direttore Minzolini. Umiliazione come giornalista, che si è vista all’improvviso estromessa senza una ragione professionale dal lavoro quotidiano e umiliazione come donna accusata pubblicamente sui giornali di essere vecchia e colpevole solo di avere lavorato per 30 anni, in più ruoli, nella stessa testata giornalistica». Continua poi Ferrario: «Mi chiedo perché questo debba essere ritenuto una colpa. E mi chiedo anche quanto maschilismo ci sia nelle considerazioni di Minzolini sulla mia persona e quanta superficialità traspaia quando parlando della mia rimozione usa la discriminazione per età pensando che sia meno grave della discriminazione politica. Roba da far ricorrere di nuovo a un giudice per violazione della legge sulla parità per ragioni di età, come già sperimentato in Gran Bretagna da alcune colleghe giornaliste televisive».
Insomma, Ferrario non si accontenta di vincere, vuole stravincere. L’azienda prefigura un possibile ricorso all’ordinanza di reintegro e lei non ci sta: «Speravo non accadesse», scrive. Il direttore Minzolini si lamenta perché pensa che le sue prerogative siano state lese e lei non ci sta. Qualcuno la identifica con il vecchio che avanza e lei non ci sta. Anche perché non sta bene frugare nella sua carta d’identità. Insomma, non si fa. «Nessuna lesa autonomia del direttore, nessun trionfo della gerontocrazia, nessun baronato, nessuna inamovibilità del conduttore. L’ordinanza con la quale sono stata reintegrata nei ruoli che svolgevo al Tg1 prima della mia brutale rimozione, ha semplicemente stabilito che non posso stare senza lavorare e che mi devono essere assegnate mansioni adeguate alla mia professionalità di cui la conduzione è una componente molto importante».


Ma gratta gratta, alla fine la vera questione è la linea del giornale: «Non è con le sole esibizioni muscolari che si dirige una redazione e si fa buon giornalismo», considera Ferrario, che sentenzia: «Il Tg1 ha bisogno di ritrovare quella credibilità che ha perso e recuperare quel pubblico che lo ha abbandonato». Per il momento ha ritrovato lei in video. E chissà se è una buona notizia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica