La Fials alle candidate: dite qualcosa di sanità

«È una tornata elettorale tanto impegnativa quanto prestigiosa quella per la presidenza della Regione Lazio che si andrà a concludere a fine marzo. I cittadini hanno la grande responsabilità di decidere chi li governerà per cinque anni. È quindi quanto mai doveroso che vengano resi noti al più presto i programmi politici per entrambi gli schieramenti. Solo così un candidato potrà risultare convincente alla maggioranza degli elettori». Così il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano stimola le due candidate del Pdl e del Pd a elaborare una piattaforma sulla principale competenza regionale.
«Sono ormai tre mesi, ossia da quando si malamente dipanato l’affaire Marrazzo peraltro non ancora concluso - prosegue Romano - che non si parla più di politica gestionale né di governo regionale. Tutto tace nel palazzo della giunta, tutto tace nel parlamentino della Pisana. Purtroppo tutto tace anche sul fronte della programmazione politica per i prossimi cinque anni. Che forse la candidata Renata Polverini prima di presentare il proprio palinsesto attende di conoscere il nome di chi la sfiderà? Questo è lecito e comprensibile però, una donna di tale esperienza, sa bene che prima si sciorinano le priorità del Lazio e più tempo si avrà per spiegarle agli elettori. Ma soprattutto più tempo si avrà per ascoltare anche le istanze delle parti sociali». «Vale a dire che se la Polverini sfruttasse questo momento di grande confusione che vige nel centrosinistra e l’assenza del candidato presidente guadagnerebbe nuovi punti nella corsa alla guida del Lazio. Dal canto nostro attendiamo fiduciosi il programma di politica sanitaria condividendo anche la proposta della Polverini di ricontrattare con il governo il Piano di rientro dal deficit».
«Avremmo comunque piacere di conoscere i termini di tale ricontrattazione, le modalità di proposta e le misure strutturali da attuare».

«Anche questo reputiamo che vada spiegato alla cittadinanza nel programma elettorale perché ormai - conclude Romano - non si parla più dei miliardi di euro ereditati dal passato (che siano del 2000 o del 2005) ma del deficit corrente del Lazio che viaggia sul miliardo e mezzo di euro l’anno».

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