
Due detenuti del carcere di Busto Arsizio mercoledì sera "hanno distrutto la cella in cui erano ubicati, appiccato ripetutamente incendi e cercato di colpire gli agenti al di fuori di essa, lanciando pezzi di arredo. Tra un incendio e l'altro hanno allagato la cella e il corridoio della sezione stessa". Lo spiega in una nota Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). "Quando la polizia penitenziaria ha aperto la cella ed è entrata per fermarli - prosegue il sindacalista - i due si sono scagliati contro gli agenti". I due aggressori sono stati bloccati, ma sei agenti sono rimasti feriti, uno dei quali dimesso dall'ospedale con 15 giorni di prognosi per la rottura di una costola. Greco esprime "la solidarietà e la vicinanza del Sappe ai colleghi, vittime della vile aggressione, augurando loro una pronta guarigione". Il sindacalista denuncia di essere preoccupati "per l'alto numero di eventi critici che si registrano in carcere. Ma ci aspettiamo efficaci provvedimenti contro coloro che si rendono responsabili di queste inaccettabili violenze, anche perché questo determina quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti".
"Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse, autolesionismo e i tentati suicidi - aggiunge -, sono purtroppo all'ordine del giorno. Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità ai circuiti penitenziari intervenendo in primis sul problema del sovraffollamento carcerario".