Fischi all’inno di Mameli. Casini: «Imbecilli»

Vicenza. L’unica nota stonata della kermesse vicentina sono stati i fischi, che qualche manifestante ha fatto partire per coprire le note dell’inno di Mameli. L’episodio è stato stigmatizzato da tutto il centrodestra. Per il governatore veneto Giancarlo Galan «se qualche fischio c’è stato, è partito da qualche gruppo di militanti o di elettori di sinistra, scesi in piazza assieme a noi per protestare contro Prodi».
Carlo Giovanardi, sul palco in rappresentanza dell’Udc, i fischi non li ha sentiti: «È ora di finirla con questa vergognosa disinformazione che tenta di avvelenare la manifestazione di Vicenza. Tutti sul palco in piazza abbiamo cantato coralmente ad alta voce Fratelli d’Italia con grande commozione e partecipazione». Non è del suo stesso avviso il leader centrista Pier Ferdinando Casini: «Nel centrodestra - commenta amareggiato - qualche imbecille che fischia l’inno nazionale c’è, lo vediamo giornalmente. Ma noi siamo orgogliosi del nostro inno nazionale e della bandiera italiana».


In serata invece il portavoce di Alleanza nazionale, Andrea Ronchi, ha cercato di chiudere la polemica, rilanciando l’importanza dell’evento: «Deprechiamo e condanniamo i pochi fessi che hanno fischiato l’inno di Mameli, ma con questo episodio la sinistra non tenti di annullare il grande valore politico della manifestazione di Vicenza, dove migliaia e migliaia di lavoratori e imprenditori, fianco a fianco, hanno detto no alla politica economica iniqua e sbagliata del governo Prodi».

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