Fisco, si lavora quattro ore al giorno per le tasse e la "libertà tributaria"

Pressione fiscale al 47%: per pagare il Fisco nel 2010 bisogna lavorare un giorno di più e la libertà tributaria arriva il 23 giugno dopo 173 giorni

Fisco, si lavora quattro ore al giorno 
per le tasse e la "libertà tributaria"

Roma - Per pagare il Fisco nel 2010 bisognerà lavorare un giorno di più e la "libertà tributaria" arriverà solo il 23 giugno dopo 173 giornate. È quanto emerge dalla consueta analisi del Corriere della Sera secondo cui quest’anno gli italiani lavoreranno 4 ore al giorno per il Fisco. E proprio Confindustria presenterà "nelle prossime settimane" una propria proposta in materia di fisco e riforme.

L’incidenza dell’Irpef Nella classifica stilata dal quotidiano, che parte dal 1990, è "quasi un record storico. Solo nel 2000 era andata peggio". "Il reddito disponibile in realtà è aumentato ma la progressività del sistema non perdona", si legge nell’articolo, e si registra una pressione tributaria oltre il 47%. "La retribuzione è salita (+3,1% sul 2009) ma è aumentata anche l’incidenza dell’Irpef perché gli aumenti in busta paga vengono tassati tutti con l’aliquota marginale più elevata (27% per un operaio tipo e 38% per l’impiegato) e così sale l’aliquota media". Per questo lo "spostamento in avanti del giorno di liberazione fiscale è un fatto fisiologico in assenza di una manutenzione dell’Irpef che tenga conto dell’inflazione". L’analisi del Corriere auspica quindi come "il 2010 non è iniziato bene ma potrebbe continuare migliore se verrà varato almeno un anticipo di riforma fiscale" e basterebbe "tornare alla curva Irpef degli anni 2001-2006 per sentirsi un pò più liberi".

Le proposte di Confindustria Il presidente deglki industriali, Emma Marcegaglia, ha messo in rilievo come serva uno "scenario complessivo" e come "i singoli provvedimenti e le singole frasi non risolvono il problema profondo del paese". "Abbiamo fatto la scelta - ha spiegato il presidente di Confindustria - di provare a ragionare sullo scenario complessivo a medio termine: pensiamo che i singoli provvedimenti e le singole frasi non risolvono il problema profondo del paese. Stiamo ragionando, faremo una nostra proposta a breve, nelle prossime settimane: ovviamente, riguarderà anche il fisco, oltre alla pubblica amministrazione ed alla scuola. È venuto il momento di avere una visione di insieme".

Confindustria pensa, infatti, che "l’equilibrio dei conti pubblici sia un fatto fondamentale: se avessimo sforato pesantemente sarebbe stata una scelta sbagliata. Questo non può però neanche essere un motivo per non fare niente".

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