Cronaca locale

Formigoni: «Le strade o si fanno o si fanno»

«Nessun veto può fermare i piani, come la Tem»

Marcello Chirico

«Le grandi opere o si fanno..., o si fanno. Scegli tu la soluzione». L’aut-aut (per modo di dire) il governatore Roberto Formigoni ha iniziato a porlo, ieri mattina a Monza, al ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro. Avrebbe voluto farlo già giovedì scorso a Roma, incontrando il premier Romano Prodi, ma alla fine quell’incontro fu talmente formale da non essercene il tempo. Quello che invece, ieri, Formigoni è riuscito a trovare con Di Pietro prima che iniziasse l’assemblea degli imprenditori brianzoli.
Il governatore si è preso sottobraccio il ministro e, in una saletta riservata dell’Autodromo, gli ha parlato per un quarto d’ora. È uscito da quella stanza portando a casa un’«operazione trasparenza». Che, in soldoni, consiste in un nuovo faccia a faccia fissato per il 17 luglio prossimo nel quale il tema delle grandi opere lombarde verrà sviscerato in lungo e in largo. Ma, soprattutto, si stabiliranno le priorità. Insieme al presidente della Provincia , Filippo Penati, e ai vertici di Anas e Ferrovie, «ma - ha messo subito i puntini sulle “i” il governatore - Di Pietro mi ha confermato che il suo primo interlocutore per le grandi opere sarà la Regione Lombardia».
In quella sede si stabilirà insomma quello che si potrà fare coi soldi a disposizione del Governo, che - come ha ribadito Di Pietro - non sono molti, anzi non ci sono proprio. Ma per Formigoni le risorse vanno trovate lo stesso, «perché la Lombardia - ha spiegato - ha meno infrastrutture della media nazionale ed è quella che sta trainando la ripresa economica. Fare qui le grandi opere è quindi un obbligo nei confronti del territorio ma anche un vantaggio per l’intero Paese».
L’elenco delle priorità Formigoni lo ha fatto prima, riservatamente, a Di Pietro, quindi pubblicamente all’intera assemblea di Assindustria. «La quarta corsia dell’autostrada Milano-Bergamo la stiamo già realizzando noi, poi ci sono la Pedemontana, la BreBeMi e la Tem o tangenziale est esterna di Milano che realizzeremo col Governo. Ci sono poi alcune opere locali i cui cantieri sono già aperti e che non possono essere interrotti». Quindi la Tav, che «per quanto riguarda la tratta lombarda - ha detto il governatore - mi attendo che il Governo sciolga anche qui le ultime perplessità sulla Val Susa, perché è chiaro che avrebbe poco senso fare l’alta velocità in Lombardia e in Veneto e non farla in Piemonte».
Per avere la certezza di poter realizzare tutto questo occorrerebbe un commissario straordinario, come proposto dal presidente degli industriali brianzoli Valli, ma Formigoni ha preferito puntare dritto su un grande Accordo di Programma, «come quello che ha permesso la realizzazione della nuova Fiera, perché tutti i soggetti coinvolti sono chiamati ad una responsabilità rispetto ai tempi e agli impegni che ognuno deve assumersi. Altrimenti si passa sempre dal “sì” sulla carta al “no” quando bisogno concretamente realizzare le opere».
Ma anche su questo Formigoni assicura di aver incassato il nulla osta da Di Pietro: «Il ministro mi ha detto che sulle grandi opere non è possibile arrestarsi per il veto di qualcuno - ha detto -, stiamo parlando di opere già approvate dal territorio, come la Tem. Semmai c’è qualcuno che fa parte dello schieramento politico del ministro che vuol mettere dei veti, e mi auguro che nessuno ceda. Neanche quei presidenti di Provincia che hanno queste componenti nella loro maggioranza».
Di Pietro ha dispensato ottimismo, grande disponibilità e buone intenzioni. Prima dichiarando che la Legge Obiettivo «è buona, sbagliata è stata l’applicazione accontentando tutte le lobby», poi sottolineando come lui sia «così rispettoso delle autonomie locali che anziché convocarli al ministero ho deciso di venire a Milano per ascoltare dalla viva voce dei rappresentanti delle istituzioni le loro esigenze e concordare tempi e modi degli interventi possibili», quindi impegnandosi «a chiudere i cantieri già avviati. Verificheremo poi quali progetti sono stati adeguatamente finanziati e ci impegniamo a realizzarli nel più breve tempo possibile. Per le altre opere si tratta probabilmente di eliminare solo alcuni ostacoli burocratici che ne ritardano la realizzazione».

Il 17 luglio si saprà se è tutto vero.

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