La caduta dei prezzi del petrolio, che questa settimana è tornato sotto i 50 dollari al barile facendo apparire sempre più lontano il picco dei 145 dollari toccato in aprile, potrebbe tradursi in un risparmio di 2mila euro per gli italiani il prossimo anno. Se nel 2009 il greggio «resterà ai livelli attuali, farà sì che ogni famiglia europea avrà a disposizione 2mila euro in più per altri consumi», ha stimato lamministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni sottolineando come i minori costi energetici possano rappresentare «risorse» in grado di rivitalizzare leconomia» aiutando a superare lattuale momento di difficoltà.
Negli Stati Uniti il risparmio dovrebbe aggirarsi sui 4mila dollari, ha proseguito Scaroni secondo cui il prezzo del greggio scenderà ancora, anche se la prossima settimana lOpec getterà le basi per ridurre la produzione: «Penso che non taglieranno il 27, ma potrebbero preparare un taglio qualche giorno dopo». Durante la lezione inaugurale dellanno accademico al collegio universitario Torrescalla di Milano, Scaroni si è quindi soffermato sul possibile ritorno dellItalia al nucleare. Lo sforzo profuso dalla politica è «lodevole», ha detto, ma alla fine dovrà confrontarsi con un popolo di «ipocondriaci furbacchioni». «Anche se domani il governo decidesse la ripresa del programma nucleare non succederebbe nulla lo stesso», perché «quelli che non vogliono non sono i politici, sono i cittadini». Senza contare «quando i politici parlano di quarta generazione quello che stanno dicendo è che ne riparliamo tra 30 anni».
«La frenata del petrolio porterà 2mila euro a ogni famiglia italiana»
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