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Fumata nera sulle nomine Ue: non escluso rinvio al 15 luglio

A Bruxelles si tratta per le nomine dell'Unione europea, ma è stallo: no a Timmermans come presidente della Commissione, si va verso un rinvio di 15 giorni

Fumata nera sulle nomine Ue: non escluso rinvio al 15 luglio

Si fa sempre più difficile la trattiva a Bruxelles sulle nomine dell'Unione Europea e in particolare sulla carica di presidente della Commissione Ue.

Il vertice è iniziato con ben tre ore di ritardo a causa di diversi incontri bilaterali e colloqui tra i vari capi di Stato e di governo. La riunione è "schermata": tutti i leader europei sono stati invitati a lasciare telefoni e altri strumenti di comunicazione fuori dalla sala per evitare fughe di notizie. Alla riunione non partecipano nemmeno diplomatici e ministri.

Dopo un paio d'ore di riunione, comunque, il presidente Donald Tusk ha sospeso il vertice straodinario per organizzare "incontri bilaterali con i leader". "Improbabile" che i lavori dei capi di Stato e di Governo continuino domani mattina a colazione e che una quadra sia trovata a breve. Fonti parlano anche di un possibile rinvio di due settimane e di un nuovo summit previsto per il 15 luglio.

Alla base dello stallo c'è lo scontro interno al Ppe: diversi leader europei hanno bocciato l'accordo negoziato al G20 dalla cancelliera Angela Merkel che attribuiva al candidato dei socialisti Frans Timmermans, la presidenza della Commissione europea. "Per Forza Italia è impossibile votare un candidato socialista perché si andrebbe contro la volontà popolare", ha spiegato Antonio Tajani, "Il Ppe è la prima forza politica. Noi continueremo a sostenere il principio dello Spitzenkandidat e la candidatura di Manfred Weber".

Sulla stessa linea si è schierato il premier irlandese, Leo Varadkar: "Come Ppe non abbiamo dato sostegno al pacchetto di nomine emerso dal summit di Osaka", ha detto, "Ci sono state molte ribellioni. La gran parte dei primi ministri, che fanno parte alla famiglia dei popolari, ritengono che non dovremmo abbandonare così presto l'idea di un presidente della Commissione europea popolare". Varadakar ha poi sottolineato che molti Peesi dell'Europa centrale e orientale hanno bocciato Timmermans ritenendo che possa "incrementare la frattura tra est e ovest". Critico anche il premier bulgaro Boyko Borissov: "È possible che nessuno dei candidati ottenga la maggioranza qualificata stanotte. Ci hanno detto di prenotare gli hotel".

L'Italia continua a lavorare per portare a casa un portafoglio economico per il commissario italiano. Ma dopo gli attacchi di Matteo Salvini a Timmermans, fonti di palazzo Chigi precisano che "il presidente del Consiglio Conte ha le mani libere, non viene qui con un atteggiamento di veto ma in un atteggiamento di dialogo". L'Italia - sottolineano le stesse fonti - "ragiona in una logica di pacchetto e valuterà la candidatura di Timmermans in quest'ottica".

Il nome di Timmermans resta comunque sul tavolo. Insieme a quelli di Margrethe Vestager e Michel Barnier, su cui punta il presidente francese Emmanuel Macron.

Prosegue però il lavoro del Parlamento europeo che mercoledì aprirà i lavori. "Ho ribadito che la scelta del presidente del Parlamento Europeo è totalmente indipendente dalla volontà del Consiglio degli Stati membri", ha spiegato Antonio Tajani, "Eleggeremo il presidente del Parlamento Europeo il 3 luglio, qualunque sia l'esito.

Sia che ci sia accordo, sia che non ci sia".

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