Una furbastreria la «mistificazione» di Fassino

È del tutto evidente che la battaglia fra il Sì e il No nel prossimo referendum del 12 giugno va intesa come la battaglia fra il Sì e l’astensione. Lo ha confermato recentemente anche il guru dei promotori Pannella quando ha affermato che «difficilmente si arriverà al 40 per cento». A Pannella ha fatto seguito Fassino confermando lo stesso concetto in una lettera inviata a tutti gli iscritti diessini e pubblicata a tutta pagina sull’Unità.
Per l’astensione si stanno pronunciando, oltre a personalità importanti nel mondo della cultura e della medicina (controbilanciate per altro da altrettante importanti personalità che invitano a votare Sì), istituzioni e partiti politici come ad esempio An (Maurizio Gasparri ha annunciato che 80 deputati su 97e 46 senatori su 47 non andranno a votare).
Stando così le cose per contrastare i sì non c’è altra strada che l’astensione, perché votare no potrebbe portare i Sì alla vittoria: esempio 40% sì e 11% no uguale 51%.
Quindi vittoria dei Sì. Vittoria causata dagli 11 no.


Ecco perché Fassino (che per altro si contraddice perché nel 2003 invitava all’astensione sull’articolo 18) denuncia, con malcelata furbastreria, che l’astensione è una «mistificazione».
Caro Fassino, degli italiani si potrà dire tutto meno che siano ingenui.

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