Fusione Suez-Gdf, Parigi va avanti

Gadonneix (Edf) frena sull’ingresso dell’Enel sul mercato francese

da Milano

Il governo francese ha approvato il progetto di legge che verrà discusso a settembre dal Parlamento (dove non è certo che ottenga la maggioranza) che spiana la strada alla privatizzazione di Gaz de France e, a cascata, alla fusione con Suez per bloccare la possibile Opa dell’Enel. E intanto Pierre Gadonneix, numero uno del gruppo pubblico elettrico Edf, avverte che senza la garanzia che non ci saranno passi indietro nell’affare Edison (come eventuale ritorsione per Enel-Suez) difficilmente se ne faranno avanti. Così, prima di condurre in porto l’intesa che prevede l’accesso dell’Enel al mercato dell’energia francese e la partecipazione del gruppo italiano alla costruzione e gestione delle nuove centrali nucleari, Gadonneix vuole attendere che cessino «le interferenze politiche» come ha detto in una intervista al Financial Times. Secondo il quotidiano finanziario britannico «il rischio che Enel lanci un'offerta su Suez e il braccio di ferro politico che circonda la vicenda, potrebbero mettere a repentaglio l'accordo» tra Enel e Edf. Ieri l’ad Enel, Fulvio Conti, ha voluto però sgombrare il campo: «Con Edf siamo amici». L’Enel sembra rassegnata ad attendere che il clima si rassereni, cosciente del fatto che Edf ha bisogno anche dei soldi Enel per portare avanti il suo programma nucleare.
Quanto alla decisione di Parigi di andare avanti nel progetto di fusione Suez-Gdf, ieri il ministro dell’Economia Thierry Breton ha affermato che «porterà alla creazione di un player di taglia mondiale». Il presidente francese Jacques Chirac ha giocato la carta di un avvicinamento ai sindacati, contrari alla discesa della presenza statale in Gdf, affermando che «il progetto è essenziale per difendere i posti di lavoro dei 60mila dipendenti di Suez». Il testo del disegno di legge permetterà allo Stato francese di scendere dall’80 al 34% nel capitale di Gdf, mentre ora esiste il limite del 70 per cento. Il progetto prevede anche l’introduzione di una golden share.
A questo punto, però, è inevitabile una domanda: di fronte al muro che il governo di Parigi sta alzando contro Enel, anche dopo la visita di Prodi che ha offerto una soluzione amichevole, cosa deciderà l’ad Enel, Fulvio Conti? Aspetterà o rispolvererà l’Opa? Perché resta da capire se davvero Parigi vuole andare fino in fondo al suo «no» a Enel, o se le mosse di questi giorni sono solo un modo per alzare il prezzo. Anche perché non è certo che a settembre il premier Dominique de Villepin riesca a far passare la sua legge: la sinistra e parte dei deputati di maggioranza sono contrari alla fusione Suez-Gdf.


Curiosamente, la possibilità che Suez-Gdf fallisca ha messo in allarme Gadonneix, che teme di vedersene imporre una Edf-Gdf. In questo caso l’Antitrust potrebbe ordinare cessioni di asset che vanificherebbero i vantaggi della fusione. E Gadonneix non ci sta.

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