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Galan torna all’attacco della Lega: «Via chi fa pagare multe pesanti»

A BRUXELLES Le proteste dei produttori italiani: «Chiediamo il rinvio delle sanzioni: serve un prezzo che copra i costi alla stalla»

«C’è un parlamentare della Repubblica, si chiama Rainieri, che ha dichiarato di aver venduto le quote di produzione senza smettere di produrre latte: è un atteggiamento che trovo stupefacente per molti versi». L’accusa del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, è pesante. In buona sostanza, fra i deputati della Lega Nord favorevoli al rinvio a dicembre delle rate delle multe ci sarebbe Fabio Rainieri, che secondo il ministro avrebbe tenuto un comportamento irregolare sul fronte delle quote latte.
Dunque, la diatriba sul latte si inacidisce, trasformandosi in caso politico. A Bruxelles, i vertici della Commissione continuano a far pressione nei confronti dell’Italia perché non conceda alcuna deroga. «Con Roma sono stato chiaro: le regole sono chiare e mi aspetto che il governo le rispetti, altrimenti dovrò prendere delle misure», dice il commissario all’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos. Proprio ieri, a palazzo Berlaymont, si sono riuniti i ministri dell’Agricoltura europei, e Galan ha confermato la contrarietà all’emendamento alla manovra approvato alla commissione Bilancio del Senato, che rinvia i pagamenti a fine anno. «Il Parlamento italiano non può approvare norme in contrasto con la legislazione europea - spiega -, mi auguro che la maggioranza abbia un minimo di dignità, e tenga conto del monito del commissario europeo». L’ex governatore del Veneto, che nei giorni scorsi aveva minacciato le dimissioni, contrattacca: «Si dimetta chi causa multe e sanzioni». Ed esprime la «massima fiducia» in Giulio Tremonti perché, spiega, «non credo che il ministro dell’Economia voglia giocarsi la reputazione».
Ma ieri, davanti al palazzone in cui si riuniva il consiglio agricolo, hanno sfilato anche i trattori dei produttori europei insoddisfatti dal regime delle quote latte. Circa 200 allevatori lombardi hanno manifestato insieme a colleghi belgi, francesi, olandesi e tedeschi, tutti associati all’European milk board (Emb). C’è stata tensione e i manifestanti sono stati bloccati dalla polizia. «Il rinvio serve a fare chiarezza - spiega Roberto Cavaliere, rappresentante del Copagri - e i produttori hanno bisogno di un prezzo alla stalla che copra i costi. Adesso un litro di latte è pagato 33 centesimi al produttore, mentre dovrebbe arrivare almeno a 40 centesimi. Le regole europee - aggiunge - hanno fatto chiudere il 70% delle stalle italiane». Ma le altre associazioni di allevatori sono di avviso opposto, e sostengono la posizione di Galan. Fra l’altro, il ministro ha chiesto al Consiglio che venga indicata la provenienza del prodotto nelle etichette dei prodotti lattiero-caseari. L’etichettatura «made in Italy» è la priorità per salvare gli allevamenti in Italia», dice Fedagri. La Cia, Confederazione italiana agricoltori, ricorda inoltre che il caso delle quote latte, aperto nel lontano 1984, è già costato qualcosa come un miliardo e 700 milioni di euro ai contribuenti italiani.
Come uscire da questa situazione? La strada che Galan indica informalmente è quella di una modifica del testo della manovra economica al momento della scrittura del maxi-emendamento su cui il Senato voterà giovedì la fiducia.

Sul rinvio dei ratei delle multe hanno messo però la faccia i due Bossi, senior e junior, e con loro l’intera Lega Nord. Il caso latte sta dunque trasformandosi in un vero e proprio caso politico, anche perché l’Udc - candidata, si dice, a un ingresso nella maggioranza - difende a spada tratta Galan.

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