Gazprom impone l’accordo a Minsk

da Milano

La Bielorussia incassa una sonora sconfitta nel braccio di ferro sulle tariffe del metano che per mesi l’ha opposta a Gazprom, mentre il colosso russo celebra: il portavoce Sergei Kurpianov parla di «grande soddisfazione» per un contratto firmato sul filo di lana (alle 23,58 ora di Mosca, ha enfatizzato il presidente di Gazprom Aleksei Miller). E l’Europa, che dipende dal metano moscovita per circa un quarto dei suoi rifornimenti, può tirare un sospiro di sollievo: la pressione nei tubi non rischia di scendere per una nuova guerra del gas su modello di quella fra Russia e Ucraina del capodanno precedente. All’approssimarsi della mezzanotte di Capodanno e con la prospettiva di una chiusura dei rubinetti del gas, i negoziatori di Minsk hanno dovuto accettare quello che il premier bielorusso Serghei Sidorski ha definito un accordo «dai termini spiacevoli». Nel 2007, il prezzo del metano russo raddoppierà per i bielorussi, passando dagli attuali 46 dollari a 100 dollari per mille metri cubi; e Gazprom potrà acquisire il 50% delle azioni di Beltransgaz, l’operatore bielorusso dei gasdotti, al prezzo di 2,5 miliardi di dollari scaglionati in quattro anni. Il colpo è appena attenuato dal raddoppio delle tariffe sul transito del metano russo destinato all'Europa occidentale, che passeranno da 0,75 a 1,45 dollari ogni 100 chilometri di tubi per mille metri cubi di gas.

Per l’economia di Minsk le ripercussioni saranno comunque pesanti, e si aggiungono alla perdita di un’altra concessione russa, l'esenzione doganale sull’import del greggio: la lavorazione del petrolio e la vendita all'estero dei prodotti raffinati formano infatti una colonna importante del bilancio bielorusso, oltre ad attirare gli investimenti russi negli impianti petrolchimici.

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